venerdì 30 settembre 2011
Anche i giornali battono moneta, e sembrano medaglie: a due facce. Per quella "brutta" di recente "L'Espresso" è esemplare: 22/9, pp. 78-79 Denise Pardo, e p. 182 Umberto Eco. La prima si dedica con tanta ironia supponente a «L'invasione delle suore», mescolando porcheriole miserabili alla realtà di una moltitudine di donne vive, vere, energiche, forti e libere che sono da secoli un esemplare di presenza, azione, preghiera, servizio e dono di sé. Tanta invidia repressa? Il secondo invece, che di recente è salito in cattedra di teologia alla pizzicagnola per ammaestrare i lettori con giudizi ben oltre competenze e comprensione, insiste sul livello basso del precedente exploit confondendo gli sfoghi di qualche integralista magari convertito di recente con le riserve ecclesiali su «relativismo e multiculturalismo», evidentemente malintesi ambedue. Tanta pena in chi legge. Ci sarebbe, anzi c'è, anche una bella faccia, quando a p. 170 un'autorevole voce cattolica inchioda per lettera i falsi e le imprecisioni correnti a proposito di Chiesa e Ici, ma soprattutto c'è una bella faccia nel numero successivo (29/9, p.15: Diverso Parere: «Amerai lo straniero come te stesso») ove il cardinale Gianfranco Ravasi ricorda a tanti smemorati sparsi in politica e in pagina varia la tradizione millenaria della fede biblica circa il dovere dell'accoglienza dell'esule e dello straniero: «Quando uno straniero risiede nel nostro territorio non deve essere né molestato né oppresso. Lo straniero residente deve essere trattato come il nativo». Sono testi biblici (Levitico 19, 33-34 ed Esodo 22, 20). Trovarli lì è l'altra faccia della medaglia: quella bella.
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