martedì 29 dicembre 2009
Lupus imprevisto che rimanda a domani uno più puntuto e mordace. Domenica, Tg2 ore 20.30, nei titoli che per mezzora passano in basso leggo testualmente: «Morto il teologo belga Schillebeeckx: negava la resurrezione. Processato dal Vaticano». «Negava la resurrezione»? Così purtroppo ieri anche su "il Messaggero" (p. 15). Ma sul "Corsera" (p. 29) ne scrive anche Alberto Melloni, ma con misura, ricordando che «per i suoi studi su Gesù (fu) oggetto di indagini» e «non» di condanne. Ragioniamo: un teologo cristiano che «neghi la resurrezione» è un circolo quadrato! Schillebeeckx, con Rahner, Chenu, Congar, Von Balthasar, e con i «giovani» Kueng e Ratzinger, pur tanto diversi uno dall'altro, sono stati maestri di tanti di noi nell'appassionarci alla teologia. Dunque " chiaro l'esempio del Tg2 " capita che noi giornalisti siamo assassini della memoria altrui: una suprema ingiustizia! Per fortuna sempre ieri su qualche altra pagina si respira bene. Sul "Quotidiano nazionale" (p. 22) bella riflessione di Sergio Zavoli sulla richiesta di Silvano Agosti all'Onu: «Nominare ufficialmente l'uomo 'Patrimonio dell'umanità'». Leggere, e pensarci su: prenderla sul serio è per tantissimi aspetti un gran passo avanti. Altro buon respiro sul "Giornale" (pp. 24/25): «Le falsificazioni al potere». Stefano Lorenzetto intervista Paolo Pillitteri che con tanti esempi antichi e recenti denuncia il rischio delle immagini poste al servizio dell'ideologia, e dichiara la felicità di una fede cristiana perduta e poi recuperata, liberazione delle ricchezze della persona, voglia e capacità di sapere e desiderio di riprendere il cammino con una speranza mai doma.
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