mercoledì 13 febbraio 2008
Cime e abissi in pagina. Magistrale domenica sul "Corsera" (p. 19) " «Una fede sicura e libera non deve arroccarsi» " Giorgio Israel spiega che è giusto, anzi può essere segno di amore, e non dovrebbe offendere nessuno, che un cristiano speri e preghi affinché Israele riconosca Gesù Messia. Ciascuno può pensare di essere nella verità e desiderare che essa sia liberamente accolta da tutti, nessuno di esserne padrone esclusivo. Chiaro per ogni uomo che "pensa": "conversioni forzate" e "insegnamento del disprezzo" sono e restano del tutto negativi, profanano il Vangelo, e non solo il Vaticano II. Vale per tutti " passato, presente e futuro " compresi uomini di Chiesa e Papi, ne abbiano avuto o meno coscienza. Israel perfetto! Poi però (p. 33) ecco lo "storico" Sergio Luzzatto che intreccia derisorio i miracoli di Padre Pio con la vicenda di Mastella e signora. Cime da paradiso e bassezza meschina! Ancora? 27/1 (p. 41), bel «dialogo su parola e silenzio» tra il cardinale Tettamanzi e Paolo Mieli che dice una grande verità: «la semplificazione non è uno sbaglio "a volte". Lo è sempre. Se un fenomeno è complesso, dobbiamo raccontarlo come tale». Perfetto! Ma due giorni dopo (29/1, p. 45) leggi che «la fede religiosa elimina la responsabilità, favorendo fanatici e integralismi politici», e a p. 47 Giorgio De Rienzo indignato perché a Taranto «l'Unione cattolica insegnanti» ha celebrato il centenario di De Amicis esplode beffardo: «Ma Cuore non è cattolico»! E allora? Solo un pagano può ricordare Cesare? Solo un gobbo Leopardi? Solo un cieco Omero? E certi giornalisti chi mai potrà commemorarli?
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