giovedì 5 novembre 2020
Bartolomeo Sorge è nella piena compagnia di Gesù. L'altro ieri in molte pagine si è esaltata la sua libertà e non la sua fedeltà. Libero e fedele. Solo liberi si rischia di non essere fedeli, e solo “opinabilmente” fedeli, senza tener presente la realtà dei fatti e delle persone, non si è liberi, ma solo conservatori di cose sorpassate dalla vita. Su “L'Osservatore Romano” (3/10, «La lezione di Padre Sorge. Lucidità e Profezia») il ricordo di padre Antonio Spadaro, tra altre cose suo successore alla “Civiltà Cattolica”: essenziale. Per me all'origine un incontro nel 1984 per la presentazione del bel libro di Vittorio Messori sull'allora cardinale Joseph Ratzinger. Mi ringraziò per un intervento a sorpresa. Con lui, poi, belle e lunghe conversazioni al telefono, l'ultima pochi giorni or sono: sempre vivace, sempre intelligente, sempre entusiasta per questa Chiesa così amata e così servita fino in fondo. Testimoni come lui hanno sparso i semi di liberazione e di speranza che a poco a poco – Vangelo e Concilio alla mano – hanno preparato questa epoca in cui papa Francesco ha portato sulla cattedra di Pietro il cammino di quel Gesù che i liberi e fedeli insieme hanno servito vivo nei fratelli. “Liberi e fedeli” con altri testimoni di fede nella luce. Un nome tra tanti: padre Bernhard Haering che a libertà e fedeltà titolò il suo celebre corso di Morale fondamentale che ha aperto una nuova stagione per la teologia cattolica. Tanti, come lui e padre Sorge hanno pagato di persona. Vangelo e Concilio nel cammino di oggi, in vera compagnia di Gesù. Può davvero sorprendere che certe parti – politica, finanza, sfruttatori di fratelli (tutti!) – che per anni hanno criticato padre Sorge oggi respingano anche il cammino della Chiesa che vive questi anni difficili? Lui, con altri, oggi sono testimoni, oltre la «morte corporale», di un cammino di luce per tutti.
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