venerdì 6 aprile 2012
Ieri ("Repubblica", p. 56) peana di Francesco Pacifico per "La guerra del Papa", nuovo libro di Mattew Fox. Subito esposta, testualmente, la catastrofica tesi principale: «Il rifiuto del Concilio Vaticano II mette Roma in una condizione scismatica… La Chiesa reprime il "sensus fidei" (e) ha chiuso all'ecumenismo religioso». Seguono in due colonne devote le singolari opinioni di Fox. Una è che Benedetto XVI essendo di orientamento agostiniano, sulla linea di Platone, è diffidente verso la sessualità, le donne e «l'aspetto femminile della Divinità», mentre San Tommaso, che «preferisce Aristotele a Platone», è più positivo. Ci pensi un po', ricordi che la definizione più maschilista della donna – anèr pepéromènon (maschio non riuscito bene) – è di Aristotele e non di Platone e capisci che Fox va all'ingrosso coi suoi pregiudizi, senza dubbi, e perciò vede il Papa in «guerra contro il Concilio» e ne lamenta addirittura «la condizione scismatica». Se avesse ragione, se cioè il Papa veramente "rifiutasse" il Vaticano II, allora sarebbe davvero inspiegabile l'unico autentico scisma che dopo il Concilio si è verificato, quello dei lefebvriani. Va a finire che – letto… pacificamente – Fox si trova a fare perfetta coppia speculare con gli estremisti che da anni vogliono seppellire il Concilio senza riuscirci. Per chiudere, in tema di Vaticano II, risulta a Malpelo che pochi giorni fa Benedetto XVI ha scritto che «il Concilio Vaticano II è stato e rimane un autentico segno di Dio per il nostro tempo», ed è «sempre di più una grande forza per il futuro della Chiesa». Strano modo di far guerra, da parte del Papa, o strano modo di vedere la realtà, da parte di Fox? È pacifico: per Malpelo la seconda…
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