mercoledì 15 novembre 2006
La buona filosofia comincia col dubitare e non finisce mai con l"ostinarsi.Forse qualche lettore ricorderà la battuta che Amleto rivolge, nell"omonima tragedia di Shakespeare, all"amico Orazio: «Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sognano i vostri sistemi filosofici». La nostra scatola cranica, pur grandiosa col suo centinaio di miliardi di neuroni (tanti quante sono le stelle della Via Lattea), risulta ben piccola rispetto all"universo o agli stessi misteri in cui ci si imbatte ragionando. È così che mi è piaciuta la frase che ho sopra proposto per l"odierna riflessione. Stupirà da dove essa provenga: è desunta, infatti, da un saggio intitolato Dialogo sul commercio dei grani, opera del noto letterato ed economista napoletano del "700 abate Ferdinando Galiani.Ho qui davanti a me una prima e preziosa edizione (1770) di quello scritto e, sfogliandolo, trovo questa affermazione che mi interessa soprattutto per la sua finale: tante volte, infatti, anche nei semplici ragionamenti, si parte col rispetto nei confronti della complessità delle questioni e, quindi, col dubbio sapiente;  poi, acquisendo qualche dato, si approda non tanto alla certezza ma all"ostinazione. Si è convinti di possedere tutta la verità e, anche per pigrizia, si evita qualsiasi confronto ulteriore. L"ostinazione non è solo del mulo, ma è una caratteristica soprattutto della persona non particolarmente intelligente e acuta. La testardaggine è, purtroppo, una forza pervicace e brutale ed è solo una scimmiottatura squallida della vera virtù che è la tenacia, la coerenza e la costanza.
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