Ortofrutta, vince la dieta mediterranea. Più consumi e coltivazioni
domenica 14 maggio 2017
Tanta frutta e tanti ortaggi e tutti buoni e soprattutto di grande valore. Stando ai numeri circolati in occasione dell'edizione 2017 di Macfrut, fra i tesori d'Italia certamente quelli ortofrutticoli hanno un posto di primo piano. E non solamente perché fanno parte della dieta mediterranea, ma anche per il ruolo economico che hanno.
Secondo l'Ismea, per esempio, i numeri del 2016 evidenziano per l'ortofrutta una crescita del 4,7% delle esportazioni e dell'1% per quanto riguarda la spesa delle famiglie italiane; in questo modo, il valore prodotto arriverebbe a 13 miliardi di euro circa: il 28% del valore della produzione agricola nazionale. Dal 2012, inoltre, la superficie coltivata a frutta e ortaggi è cresciuta di 25mila ettari arrivando alla bella cifra di 1,13 milioni di ettari complessivi sui quali si producono 26 milioni di tonnellate di ortaggi e frutta.
La crescita non sarebbe peraltro conclusa. Coldiretti ha infatti sottolineato, nel corso di Macfrut, che in questa prima parte del 2017 i consumi avrebbero fatto segnare un altro +4% rispetto all'anno precedente. Un andamento positivo che riguarda anche le esportazioni che a gennaio hanno raggiunto il valore più alto degli ultimi 25 anni, con un incremento dell'11%. Un risultato, quello delle vendite all'estero in questi mesi, che secondo gli osservatori del mercato vale ancora di più visto che è stato ottenuto nonostante l'embargo verso i nostri prodotti ancora in vigore in Russia. All'interno del cosiddetto «paniere ortofrutticolo», l'ortofrutta biologica ha poi un grande successo ed è sempre di più apprezzata dai consumatori. Secondo Nomisma che ha lavorato su dati Nielsen, in Italia le vendite di ortofrutta bio a peso imposto hanno raggiunto 147 milioni di euro nella sola Grande distribuzione organizzata (+28% rispetto all'anno precedente), a fronte di un +9% delle vendite di ortofrutta in generale.
Alla base di tutto questo è probabilmente un riavvicinamento dei consumatori ai prodotti freschi nostrani oltre che un miglioramento delle possibilità di spesa. Condizioni che fanno ben sperare anche in vista dell'arrivo delle produzione estive (Coldiretti hanno fatto notare proprio ieri un anticipo delle disponibilità di alcune primizie). È evidente tuttavia che la situazione complessiva positiva – buoni risultati di mercato insieme all'aumento delle produzioni – va gestita in modo accorto per evitare di incorrere in improvvisi tracolli dei prezzi oppure in saturazioni di alcuni mercati che potrebbero innescare un effetto domino deleterio. Valgono cioè anche per l'agricoltura le solite regole dell'economia di mercato che non possono essere messe da parte.
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