giovedì 11 marzo 2010
Ieri su "Repubblica" (pp. 1 e 35/36/37), oltre il consueto ritornello su sessualità represse e «schiaffi» illustri Marco Ansaldo intervista padre Amorth, esorcista che fa ottimamente il suo «mestiere» " etimo da ministerium " tornando sul tema del «diavolo», ma nell'amplissimo pezzo c'è anche il solito scetticismo «laico», infondato nella sostanza della fede, la quale afferma " sì " l'esistenza reale di Hassatàn (l'avversario) di Dio, ma non dà spazio a immagini e credenze di fantasia. Di più: il titolo «strillo» in prima pagina, «Il Diavolo abita anche in Vaticano», nulla ha di clamoroso se ricordi che esso (Vangelo di Giovanni) è già presente all'Ultima Cena nel dramma di Giuda. Perciò opportunamente dopo l'intervista, una saggia nota «teologica» ricorda che la fede afferma chiaramente l'esistenza del diavolo, e tuttavia a proposito dell'Inferno aggiunge: «Il Credo cristiano dice che dopo morto (Gesù) scese tre giorni agli Inferi con potenza liberatoria"» In realtà i «tre giorni» sono solo la misura del nostro tempo in cui il Crocifisso giace morto nella «tomba nuova» e la «discesa agli Inferi», senza alcuna misura di tempo e spazio, indica che con la sua morte e resurrezione lo stesso Cristo «incontra e salva» l'umanità di ogni tempo e spazio, oltre quelli della sua venuta storica. Tutti gli uomini quindi in Lui sono chiamati a salvezza. È Vangelo (Mt 25): essa per chi ha avuto l'annuncio cristiano si realizza nell'accoglienza di Dio riconosciuto in Gesù di Nazaret e nel prossimo, e per chi non lo ha avuto, basterà riconoscerlo nel prossimo, vera immagine di Dio. Parola Sua: «lo avete fatto a me!».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI