giovedì 31 agosto 2017
Fissazioni… Mi scrive un lettore già segnalato in passato: allora scandalizzato non essendosi accorto che nella Evangelii gaudium il nome di Gesù ricorre più di 150 volte, lui invece ne deplorava, incredibilmente, l'assenza...
Ora è sconcertato – scrive – perché ha letto su "L'Osservatore Romano" (27/8, p. 8) questo titolo: «Riconoscere Dio nei poveri». Gli pare una novità scandalosa: «Dio è Dio, e non va confuso con nessuno! Che c'entrano i poveri?». Il bello – per lui il colmo! – è che la firma sull'O.R. è Pietro Parolin, cardinale e segretario di Stato: un'enormità!
Non varrebbe la pena di rispondergli, ma l'occasione è giusta per consigliarli "calma e gesso": calma per la sua salute, gesso per la sua curiosità. Del resto basteranno poche righe tra Primo e Nuovo Testamento, per esempio a cominciare dal "Codice di Santità" del Levitico (19,2 e ss.): «Siate Santi, perché Io sono Santo!». Lì leggerà nell'originale che imitare la «Santità» di Dio impone il rispetto del prossimo dettagliato nei particolari, e che questo in altri numerosi testi di Profeti è il modo unico e vero di «conoscere» Dio stesso. Alla lettera decine di testi: «Conoscere Dio è fare giustizia al prossimo», è «praticare diritto e giustizia, compassione e misericordia».
Di qui il rifiuto durissimo del culto senza «giustizia e diritto» (Is. 10, 17 e ss). L'elenco sarebbe lunghissimo…e del resto anche i Dieci comandamenti (le «Dieci Parole») sono esemplari: Dio, quel Dio che si dice l'unico non accetta che lo si riduca a immagine muta (idolo) e allora parla, ma comandando solo cose che riguardano il prossimo! Controllare, prego... E il nucleo del Vangelo è identico: quel «lo avete fatto a me»!di Matteo 25, unico criterio per la salvezza dice esattamente che chi pretende di conoscere Dio, senza riconoscerlo nel prossimo bisognoso non lo ha conosciuto e non è riconosciuto da Lui: «Andate… Non vi conosco!». Tranquilli: siamo in piena ortodossia!
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