giovedì 23 settembre 2004
"Due potestà, due canizie", o una e mezza. Su "Repubblica" martedì(pp. 48-49) dialogo tra Umberto Eco e il Nobel Saramago, 82 anni e caratterino puntuto. Quando uscì un suo libro arbitrariamente provocatorio sul Vangelo, a Roma, nella sede Bompiani, si arrabbiò con Malpelo per un'intervista un po' critica sul Tg3: voleva interromperla e andarsene. Si proclama "anarchico" e "comunista non pentito", ma vuole giornalisti tappetino. Eco gli chiede perché è "mangiapreti e antireligioso" totale, e lui risponde così: "Perché mai nella storia le religioni sono servite ad avvicinare gli uomini, al contrario sono sempre state motivo di intolleranza e di odio". E aggiunge sicuro: "Credo che lo capisca chiunque". È così: l'eccessiva sicurezza di sé estende la propria convinzione a "chiunque". Mai nella storia la religione ha avvicinato gli uomini? "Mai"! Mai ha generato comprensione ed amore, sempre intolleranza e odio? "Sempre"! Gesù di Nazaret seminatore di odio? E san Francesco? E Caterina da Siena? E via via, per restare nel cristianesimo, anche Papa Giovanni, e don Bosco, e milioni di uomini e donne, che per fedeltà al Vangelo hanno dato la vita per amore degli altri? Il resto delle due pagine è in stile. Stile Saramago. Che dire? Che per coincidenza casuale proprio lì, accanto al pezzo, p. 49, c'è un altro titolo: "Mister me, re dei buffoni". E che a p. 23 ci sono due appelli, in nome della religione: il primo, del card. Ruini, è a "rapporti più costruttivi" - una novità in 2000 anni! - e il secondo al "dialogo come antidoto al terrorismo". I Nobel, talvolta, vivono sulle nuvole? Lui sarà"mago, ma di magia sballata.
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