mercoledì 22 luglio 2020
I muri culturali e ideologici sono alti e minacciosi quanto quelli di malta e mattoni. Al pari di pregiudizi e cattive abitudini. A Mendicino, alle porte di Cosenza, provano a buttarli giù con spot antirazzisti girati da migranti minori non accompagnati e attori professionisti (Emilia Brandi, Stefania De Cola e Mirko Iaquinta) grazie al progetto "L'arte di conoscersi in cantiere". La regia è di Mario Massaro, la sceneggiatura di Elisa Ianni Palarchio. Il titolo «Non fa ridere» perché il confine tra battuta e offesa, scherzo e discriminazione, è tanto sottile quanto pericoloso. «Abbiamo provato a riflettere su battute e luoghi comuni scomodi – spiega Ianni Palarchio – per capire cos'è una battuta e cosa non lo è, provando a tracciare una delicata linea di demarcazione tra il motto di spirito e cliché. Frasi come "È solo una battuta, dai!" o "Si fa per ridere!" ci hanno fatto perdere i confini tra la risata goliardica e l'offesa», sottolinea la sceneggiatrice. «Ci buttiamo ancora una volta nel gioco della barzelletta tra bianco e nero, italiano e africano, convinti che della distinzione di pelle non se ne possa più e curiosi di vedere che effetto fa sentirsi bersaglio di dubbio umorismo», sigilla il regista. L'iniziativa segna la ripartenza del progetto finanziato dal Ministero dell'Interno con risorse del fondo Asilo Migrazione e Integrazione Fami 2014-2020, e dall'Ue.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI