mercoledì 28 giugno 2017
San Potito sembra un ragazzo della Sanità o della Stella o di Materdei. Proprio come i ragazzi che animeranno la chiesa a lui dedicata nel centro storico di Napoli, a pochi passi dal Museo Archeologico. Chiusa al culto dal terremoto del 1980, la seicentesca chiesa ritroverà nuova vita con la realizzazione di un'Accademia permanente dei giovani e fucina dei talenti nel campo della musica, della comunicazione, delle arti visive, dello spettacolo.
Il cardinale Sepe ha assegnato il tempio all'associazione "Ad alta voce", con un comodato d'uso per trent'anni. Il presidente è Carlo Morelli, direttore d'orchestra e di coro che da molti anni con la sua attività di volontariato capillare nelle periferie, nelle carceri e negli ospedali, testimonia che la speranza si può scrivere anche su uno spartito. L'obiettivo è costruire intorno ai giovani, anche quelli che hanno scontato la loro pena a Nisida, e provengono soprattutto dai quartieri problematici, una rete di interessi che potranno tradursi anche in un mestiere. E sta capitando: «Dopo un corso per tecnici del suono al teatro Augusteo, ad esempio, due dei miei allievi che avevano un passato di reclusione, sono diventati molto bravi e ora lavorano in questo settore». Sarà la piattaforma di crowdfunding Meridonare (prima piattaforma del Sud per finanziare progetti sociali) con "Ad Alta Voce" a occuparsi della raccolta fondi per restaurare la sacrestia della chiesa destinata alla formazione in aula, con laboratori musicali, recitazione e management dello spettacolo.
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