venerdì 25 luglio 2014
Sollievo, con qualche sorriso. Ieri Repubblica (p. 30: «Perché crediamo nei miracoli») ad un lettore fieramente anti-miracoli Augias ricorda che sul tema di «una possibile protezione divina» miracolosa si discute fin dal libro di Giobbe con diverse letture nel corso dei secoli, e di suo torna a proporre il rifiuto del miracolo alla scuola di «un grande spirito» come Spinoza: è «pregiudizio» pensare che Dio «possa sospendere le leggi che egli stesso ha assegnato alla natura… e mutare la sua volontà»! Superstizioso e infantile quindi credere nei miracoli? Certo, ma Augias è buono: «una comprensibile debolezza di fronte alla quale si dev'essere tolleranti». Si tolleri quindi che al mondo ci sia ancora qualcuno che crede nei miracoli! La generosità nobile è consolante. Tu tiri un respiro di sollievo, ma proprio a p. 31 trovi Franco Cordero – «Quella curiosa omonimia tra Matteo e il tribuno Cola» – che confronta Matteo Renzi e Cola di Rienzo: «Giovani tutt'e due, emergono in società disorganiche. Mediante parole, gesti, figure parlano alla fantasia. La platea aspetta miracoli». Ecco: chi ancora crede nei miracoli in “platea”, ma sul “palco reale” chi rifiuta le superstizioni: tutto a posto!
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