mercoledì 7 agosto 2002
Perché dobbiamo avere abbastanza memoria da ricordare fin nei minimi particolari quello che ci è capitato, e non ne abbiamo abbastanza per ricordare quante volte lo abbiamo raccontato alla stessa persona?Di solito è una prerogativa degli anziani, quella di ricordare nei minimi particolari eventi e atti di mezzo secolo prima e di dimenticare che te li hanno raccontati già decine di volte, forse proprio il giorno prima. Un po' tutti abbiamo un parente o un conoscente che sentiamo con terrore iniziare un racconto della guerra a cui egli ha partecipato: sappiamo già quello che ci narrerà ma siamo del tutto impotenti a fermarlo. In realtà il nostro io ci fa un po' tutti - giovani e anziani - cadere nel vezzo o nel vizio di infliggere agli altri storie personali trite e ritrite.Implacabile come sempre, ce lo ricorda il moralista francese La Rochefoucauld (1613-1680) in una delle sue Massime, quella sopra citata. Spandere noia attorno a sé può essere un difetto costituzionale di certe persone. Ma spesso alla radice c'è proprio quell'inconsapevole desiderio di mettere se stessi al centro di tutto: ciò che abbiamo fatto, pensato, provato noi riteniamo che debba interessare tutti perché originale, creativo, piacevole. Ricordo un film divertente di Alessandro Blasetti, apparso nel 1965 e intitolato Io, io, io" e gli altri, un'ironica denuncia dell'egoismo che alla fine rende ridicoli o patetici senza accorgersene. Annoiare gli altri col racconto delle nostre gesta è appunto uno dei sintomi di questo morbo spirituale.
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