martedì 13 dicembre 2016
Quando Allegri dice «una squadra così non ha bisogno di un allenatore» non esibisce modestia ma fa il miglior complimento a se medesimo, quando “alla Lippi” fa le mosse giuste (se ne faccia una ragione Mandzukic) e a chi gli ha costruito una squadra quasi perfetta. Max si riferisce a Dybala e Pjanic che entrano nel tardo Derby della Mole, cambiano la partita e la Juve vince alla grande: con certi campioni – precisa – non temiamo nessuno. Eppure io almeno Dybala l'avrei fatto entrare prima, fin dall'inizio; ma chi vince ha (quasi) sempre ragione... Peggio: devo anche aggiornare la mia opinione su Higuaín che dopo la magica doppietta oggi tutti hanno scoperto eroico, pungendo spietati coloro che – come me – non l'avevano ancora visto davvero juventino. Ma è indiscutibile il fatto che il cielo s'è fatto bianconero sopra l'Olimpico quando il Pipita ha potuto navigare negli spazi aperti da Dybala e ancor prima, quando una Juve meno egoista del solito ha collaborato attivamente con lui.
Il Pipita non è diventato subito la star della squadra, accusato da qualcuno di essere in ritardo e “sformato”, insomma “gordo”, che in spagnolo è molto peggio che cicciottello. Oggi è il leader. Mi diverte l'idea di incolpare della mia scarsa fiducia sul Pipita bianconero don Angelo Berselli, nobile prete di frontiera, da nove anni parroco di Forcella, quartiere centralissimo di Napoli, che alla vigilia di Juve-Napoli, difendendo Higuaín dall'accusa di tradimento, aveva precisato: «Io non lo definirei un tradimento. Higuain è un professionista e aveva una clausola. La Juve ha pagato i 94 milioni e si è assicurata il giocatore. Detto tra noi ci avete fatto un bel pacco, te lo dice uno di Forcella». Già, «ci avete», perchè don Angelo è – magari già lo sapete – un audace juventino e può esserlo nella città che detesta la Signora. E io lo cito ovviamente non per incolparlo della mia incauta opinione sul Pipita ma perché nell'annosa querelle fra Napoli e Torino è l'immagine e la voce più civile ch'io abbia ascoltato. Detto questo, viva Higuaín, viva Allegri: e tuttavia spero che Max il Profeta non risolva davvero la pratica scudetto già a Natale. E che Higuaín si allontani definitivamente dal cielo napoletano. Sarri ha un bomber a tre teste – Insigne, Mertens e Callejon , per non dire di Hamsik – che segna più del Pipita. In attesa di Milik. E del Real Madrid. Olé.
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