giovedì 1 dicembre 2016
I malintesi càpitano, ma talora sono voluti e dicono ”mala intenzione” evidente. Se per esempio leggi (”Foglio” 29/11, p. 5: «El Papa compañero») che per l'articolista tra Francesco e «i leader alla Castro» ci sono strette parentele, «legàmi» anche nascosti e poi, in cattedra, Loris Zanatta ti spiega che «il peronismo nazionalcattolico» di Jorge Mario Bergoglio è «assolutamente coerente con la visione del mondo dei fratelli Castro» e «compagni», allora capisci che per qualcuno la «visione» cristiana originale, quella del Vangelo ”sine glossa”, quella di san Francesco e di tutti i grandi Santi non conta niente. Che il Papa sia successore di Pietro, vescovo di Roma, «Chiesa che presiede alla carità», per qualcuno è ”un puro, purissimo accidente” che non vale la pena di considerare. Francesco un «leader alla Castro»? Bel malinteso malintenzionato! E in buona compagnia. Stesso giorno (”Italia Oggi”, p. 15) Antonino D'Anna rivela che oggi «Nessuno ricorda Giovanni XXIII», e cioè tutti dimenticano che proprio a proposito di Cuba nel 1962 un suo intervento mediatore con un forte messaggio a Krusciov, che poi lo ringraziò vivamente, evitò la guerra nucleare. Finito? Macché! Nel testo, oltre al dovuto ricordo del compianto collega Giancarlo Zizola, di Ettore Bernabei allora tramite con Fanfani per raggiungere il presidente John Kennedy e di Sergio Romano, arriva anche il peggio. Testuale: ”…ciò permise a Castro di restare in sella per quasi 50 anni”! Dunque se la dittatura castrista è durata fino ad oggi, per qualcuno la colpa è…di papa Giovanni, non per nulla già allora, e proprio per quell'intervento, accusato in Italia di aver regalato al Pci di Togliatti qualche milione di voti… Due colpi, dunque: su ”Foglio” e ”Italia Oggi” una bella coppia di… male intenzioni. La seconda incosciente? È ancora peggio!
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