giovedì 10 ottobre 2019
Malintesi non intenzionali, ma sempre tali. Ieri su “Repubblica” (p. 1 e 33) Eugenio Scalfari confida: «Chi ha avuto, come a me è capitato più volte, la fortuna d'incontrarlo e di parlargli con la massima confidenza culturale, sa che papa Francesco concepisce il Cristo come Gesù di Nazareth, uomo, non Dio incarnato. Una volta incarnato, Gesù cessa di essere un Dio e diventa fino alla sua morte sulla croce un uomo. Quando mi è capitato di discutere queste frasi papa Francesco mi disse: “Sono la prova provata che Gesù di Nazareth una volta diventato uomo, sia pure un uomo di eccezionali virtù, non era affatto un Dio”. Questi colloqui furono tutti e sempre riportati alla lettera sul nostro giornale ed è per questo che oggi sento il bisogno di ricordarli». Insomma, per Scalfari il Papa non crederebbe nella divinità di Gesù di Nazareth, quel Gesù che domenica aprendo il Sinodo ha messo incarnato, crocifisso, morto e risorto al centro di tutto e al cui Cuore straripante d'amore divino ha affidato se stesso, la Chiesa, e l'umanità tutta! È arrivata già dalla Santa Sede un'immediata cortese smentita. Basterà! Ma qui due note: quel «riportati alla lettera» è sicuramente infondato, frutto di eccessiva confidenza culturale, e purtroppo certi sciacalli troveranno in queste righe triste e sciagurato pretesto per calunnie mai esauste nei confronti del Successore di Pietro. Però varrà la pena che il fondatore di “Repubblica” sappia che nella sua legittima impreparazione esegetica non ha capito il senso dell'inno di Filippesi 2 citatogli da Francesco, dove Paolo chiede a tutti di avere gli stessi sentimenti di Gesù che pur «da sempre essendo (upàrkon) di natura divina (isatheò, cioè “identicamente Dio”) non considerò oggetto di rapina (arpagmòn) questo suo essere divino, ma abbassò se stesso prendendo la realtà umana». Testo da smentire? Non ce n'è bisogno, e Francesco sa rispettare tutti, anche non replicando di persona, soprattutto quando è evidente che chi lo cita non vuole capire (o semplicemente non capisce): e capita spesso! Carità evangelica, una volta di più. Il Papa parla chiaro, senza bisogno di “traduttori”.
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