Ma perché i nostri mocciosi stanno diventando antipatici come noi?
sabato 15 dicembre 2007
Inostri bambini stanno diventando sempre più rapidamente antipatici e insopportabili, come noi adulti. Anche di più, perché sono le nostre scimmie e sono attratti da quello che in noi c'è di peggio. Stiamo perdendo i nostri bambini, la parte più preziosa e vulnerabile del genere umano. Chi sogna di cambiare il mondo non può trovare niente di meglio che cominciare dai bambini, non dimenticando che loro vedono tutto, capiscono tutto, anche quello che non capiscono. Possono scegliere (e di fatto scelgono) fra due cose: promettere a se stessi che mai e poi mai saranno come noi, o credere che quello che siamo è tutto ciò che si può essere. Non ci sono giudici più oculati e severi di loro. Non ci sono vittime più indifese della nostra distrazione e stupidità.
Qualche volta ci chiediamo che cosa può esserci dopo la morte. Potremmo anche studiare i bambini prima dei cinque anni cercando di capire che cosa c'era prima della nascita: loro, quel mondo ignoto da cui vengono, lo ricordano ancora, ce l'hanno ancora dentro. Noi lo abbiamo dimenticato negli anni di addestramento al mondo di qui. Se gli italiani hanno fatto nascere pochi bambini negli ultimi decenni, forse è perché non sanno che cosa fare della propria vita e di quella dei loro figli.
Qualche giorno fa ero in un ristorante e accanto a me c'erano marito e moglie con due bambini. I genitori non parlavano. I bambini erano "neutralizzati" dai loro videogiochi. Era spaventoso. I loro occhi (mente o psiche o anima) non guardavano altro che video e display. Quella famiglia era cristiana? Credeva nella Bibbia? O era "laica" e credeva solo nella scienza e nell'illuminismo progressista? Che diavolo era? Era innocentemente in preda al male? Pensava a cosa può essere il bene? Trovava concepibili le idee di bene e di male? Io ho pensato che il male prima di diventare grande e chiaro, mostruoso e irrimediabile, è piccolo e invisibile. È normale. Non ha nome. Così lavora.
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