domenica 10 ottobre 2010
Che c'entra con la medicina il Nobel per la medicina? I quotidiani hanno intonato ciascuno il proprio peana per la premiazione del dott. Robert Edwards, "padre" (vitreamente parlando) di Louise Brown, il primo essere umano concepito "in vitro", cioè in provetta, e dei quattro milioni di bambini nati finora in altrettante provette, ma hanno trascurato i circa 80 milioni (è una stima ragionevole) di embrioni buttati o surgelati, perché non servivano più. Questo è uno dei motivi che escludono la procreazione medicalmente assistita dall'ambito della medicina. In secondo luogo la PMA non è una cura della sterilità. Il suo nome è formalmente esatto: si tratta di assistenza medica, non di terapia. Infatti e per quanto assurdo, coloro che vi ricorrono restano sterili, ma rischiano di trasmettere la loro sterilità ai figli.
Che dire, allora, del titolo «L'homo sapiens in vitro» che Il Mattino di Napoli dà (mercoledì 6) a un commento del biologo molecolare Edoardo Bonicelli? Siamo sicuri che gli uomini del vetro (padri, madri, medici) siano sapienti nella pienezza di questa parola? Sdraiato nella sua «Amaca» - la rubrica in cui si diletta quotidianamente su Repubblica - Michele Serra ironizza sui titoli «"Vaticano contro il Nobel" apparsi su diversi quotidiani» e conclude: «Non risulta che essere stati concepiti al di fuori del dettato della Chiesa osti in alcun modo al loro essere uomini e donne a tutti gli effetti e legittimamente vivi» (sempre mercoledì 6).
Certo che sono uomini e sono anche i benvenuti, ma è questo (non la provetta e tutto il resto) il miracolo: che la natura sa raggiungere il suo fine anche quando viene manipolata e oltraggiata.
E, come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, num. 1703, anche loro e da quando sono concepiti in provetta sono «destinati alla beatitudine eterna». Molto, ma molto di più di quanto, sull'amaca "laica" di Repubblica, Serra possa immaginare.

LAICO? NIENTE COSCIENZA
Proprio giovedì 7, mentre l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa bocciava la risoluzione
che voleva proibire l'obiezione di coscienza del personale sanitario per i casi di aborto, stabilendone, invece la tutela, sull'Unità il segretario della Consulta di bioetica (entità privata e "laica"), Alberto Giubilini, chiedeva di non rendere «la "coscienza" personale di alcuni troppo costosa per le donne e per la società, cosa incompatibile per l'idea di laicità che si vorrebbe per l'Europa». Buono a sapersi: la coscienza non è cosa da "laici"?
CHI DEVE CREPARE?
La Repubblica (sabato 2) concede a Piergiorgio Odifreddi e al filosofo Maurizio Ferraris tre pagine per trattare di astrologia. Il primo ne fa la storia, ma la demolisce: «La ragione ha poco a che fare con le stelle...». Il secondo in qualche modo sembra giustificarla dal punto di vista della psicologia. Sono, però, in difficoltà: su D-La Repubblica delle donne dello stesso giorno, una psicanalista scrive che Carl Gustav Jung, noto seguace e un po' contestatore di Freud, scriveva che «in casi di difficile diagnosi psicologica faccio un oroscopo [...] Spesso ho trovato che i dati astrologici elucidavano punti che sarei stato incapace di capire». Crepi chi: l'astrologo o lo psicanalista?
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