sabato 1 agosto 2020
Oggi il "Lupus" compie 24 anni, e da domani riposa un po'. A luglio 1996 il direttore di allora, Dino Boffo, mi propose un "morso" al giorno, accettai e lui concluse: «Vediamo se resisti un mese!». Ho resistito io e... hanno resistito anche lui e l'attuale direttore, Marco Tarquinio. E di mesi ne sono passati 288, più di 7.000 pezzi e almeno 15 giornali ogni giorno da scandagliare.
Qui (29/7, p. 19) per oggi ho apprezzato molto la riflessione di Carlo Cardia, magistrale: «La Storia non è fatta di fossili». Una lunga ricognizione su secoli di vita e civiltà di fronte all'attuale mania di cancellare il passato scomodo. Non si tratta, per Cardia, di abbattere i segni del passato, ma tenendoli presenti di «purificare la storia ancora in atto», prendendo coscienza di questa necessità. Parla di razzismo e schiavismo giustificato nei secoli per legge e a lungo anche con la passività dei cristiani. Un posto speciale spetta all'Ottocento che pare lontano, ma che è giunto quasi sino a noi. Già allora tanti uomini e donne lottavano contro schiavismo e razzismo, avvertiti come «orrori dell'anima che non si riesce a estirpare». Mi soffermo su Chiesa cattolica e schiavitù. Tempo fa su "Repubblica" Corrado Augias ha scritto che anche san Paolo «aveva uno schiavo». Non è vero (qui: 27/6). Ma ciò non vuol dire che come Chiesa non ci siano stati ritardi e colpe storiche. Resta agli atti del pontificato di Pio IX una dichiarazione del Sant'Offizio (1866) ove si leggeva che nessuno potrà dire che la schiavitù è contraria alla legge divina naturale… Quanto tempo è passato? Troppo! Lo sanno i popoli dell'Africa "traslocati" a forza nelle Americhe, e oggi lo sanno tanti popoli che soffrono miseria e guerra, fame e sete. Chi dice, scrive e grida che la Chiesa attuale non deve combattere con la parola e l'esempio sul tema immigrazione capisce nulla del messaggio evangelico. Un peccato pagato caro da tanti figli e figlie di Dio nei secoli e nel presente. Un saluto: con amicizia a chi mi ha letto fino qui.
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