sabato 12 marzo 2022
Altre due interviste parallele facendo rima: come aver talento senza alzare il mento, e come esser divi restando schivi. Un'attrice, cantante, doppiatrice e imitatrice, fin da bimbetta, che di sé dice: «Come ho potuto? Ero incosciente». E un bi-campione del mondo, divoratore di classiche, che di sé dice: «Prima discreto ciclista, poi buon pilota di elicottero». Sovrastimarsi? Giammai! Lei è Loretta Goggi, intervistata da Silvia Fumarola ("Repubblica", 9/3). Lui è Gianni Bugno, intervistato da Marco Bonarrigo ("Corriere", 9/3). Lei dà lezioni senza avvedersene, con la sapiente leggerezza di chi ha saputo non prendersi mai troppo sul serio: «Non ho puntato sulla fisicità ma sul lavoro e l'autoironia, mi hanno aiutato a durare». Bonarrigo chiede a Bugno: «Perché si tratta così male?». E lui cerca di spiegare quello che non può, ossia che è parte del suo carattere, è Dna: «Da ragazzino nascondevo trofei e fiori nei sacchi della spesa perché i vicini non li vedessero. Timidissimo, mi chiedo come ho fatto a diventare Bugno prima e pilota poi». Fumarola chiede a Goggi: «Non pensava che aveva talento?».
E lei: «La ringrazio ma io mi sono sentita sempre una persona normale che ha avuto grandi maestri. Se da bambina cominci con Evi Maltagliati, Gino Cervi, Paolo Stoppa, Rina Morelli, che ti danno lezioni di vita, impari (...). Sono stata un Arsenio Lupin al femminile; ho rubato tutto quello che potevo, non mi sono lasciata sfuggire nessuno. Ma se intorno hai il deserto dei tartari che impari?». Normale era anche Gianni, che però «in bici e in volo mi trasformavo. Come i supereroi». Il suo sogno è «aiutare i tanti atleti che vedono buio dopo la fine della carriera (...). Vorrei insegnare che il futuro va costruito con umiltà e tanto studio». Loretta e Gianni, quasi due gemelli separati in culla. E per cugino Antonello Cuccureddu ("Corsera", 10/3), ex calciatore di fama, nonno, che oggi tira con la calce le righe della sua scuola calcio ad Alghero, felice.
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