sabato 19 febbraio 2011
Qui ieri su "Corsera" e "Repubblica" uniti nei "lanci" entusiasti del libro scritto da Matthew Fox, che accusando la Chiesa cattolica, nel 1983 si presentò come nuovo Martin Lutero. L'opera dopo 28 anni arriva in Italia e Vito Mancuso l'ha presentata a Campo de' Fiori, luogo del rogo del povero Giordano Bruno. Ho descritto le pretese eccessive del libro, tra cui quella di usare san Tommaso non solo contro sant'Agostino, ma contro la Chiesa come tale. È andata: Mancuso ha abbandonato il vecchio editore notoriamente "inquinato" e ha presentato il volume in una collezione del nuovo editore. Applausi vivi e anticipati, ma a sorpresa ieri su "Liberazione" (p. 6) c'era un titolo "bruciante" come un rogo: «"Senza Chiesa non c'è futuro". Ma Vito Mancuso non era progressista?». Sì: sull'impenitente "giornale comunista" a Tonino Bucci " visti gli errori del testo, inesperto di latino " qualcosa non è andato giù e ne ha approfittato non solo per insinuare che Mancuso abbia lasciato Mondadori perché «c'era un contratto già pronto» col nuovo editore, ma anche per dichiarare la sua bruciante delusione ideologica perché quello sventurato creduto «progressista" finisce per prendersela con la secolarizzazione»! Di più: sostiene che «il cristianesimo è la grammatica fondamentale» per un confronto serio «con le altre tradizioni», che «il Vaticano II ha operato una svolta» positiva e " qui la vera tragedia " che «senza Chiesa cattolica non andiamo da nessuna parte»! Qui Bucci si" sbuccia del tutto: così torna il «senza Chiesa non c'è salvezza». Tradimento! Che dire? Niente, se non che per fortuna i referenti politici di Bucci non sono al potere. Scuola di Gulag e Lubianka: chissà quanti roghi sarebbero pronti!
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