giovedì 21 maggio 2020
Cambiamenti, tra pagine e cervelli. Qui 20 anni or sono (9/6/2000) elogiavo una cronaca che da Mosca citava queste parole: «La Chiesa ortodossa russa ha subito molte ingiustizie e ha avuto molte vittime. Nei primi anni che seguirono la rivoluzione d'ottobre in una sola notte sono stati affogati nell'acqua ghiacciata del Don 20mila monaci». Così l'allora inviato Maurizio Molinari su “La Stampa” riportava alla lettera Vladimir Putin, da poco premier in Russia: parole forti che non trovai su altri giornali italiani... Oggi Maurizio Molinari è il nuovo direttore di “Repubblica”. Sostituisce Carlo Verdelli, conosciuto anni or sono, e anche lui ottimo professionista che continuerà a essere tale. “Libertà di stampa” vuol dire anche questo.
Non sempre è così però, e questa libertà è usata malissimo se (“La Verità”, 17/5, p. 21) Francesco Cannone elogia Giovanni Paolo II – «Nei suoi scritti l'incompatibilità tra l'islam e il cristianesimo» – e ciò nel contesto di un diffuso continuo lavorìo per infangare la bianca veste del Papa regnante. Libertà tradita, di stampa e anche di opinione.
Come quella per la quale (“Giornale”, 12/5, p. 1 e int.) con pretesa sapiente capacità di “analisi” Camillo Langone scrive che oggi «La Chiesa – ovvio: quella di Papa Francesco – (è) entusiasta per la conversione» di Silvia Romano all'islam, e sostiene – testuale – che questa stessa Chiesa «non crede più a Cristo come unica via per la salvezza», ed è fatta di «cattolici ipocredenti» sullo stesso piano di «innumerevoli atei, agnostici, spiritualisti, deisti e panteisti» per i quali oggi Aisha «è una specie di eroina, una futura santa ecumenica»... Quando non si capisce che il rispetto per le fedi degli altri nasce dalla consapevolezza della propria fede e così il rispetto umano per chi ha subìto grandi sofferenze! Cannonate, a vuoto.
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