domenica 27 gennaio 2008
Secondo l'Unità (venerdì 25), «il bilancio di 30 anni di legge 194» sono «oltre 3.300.000 aborti evitati di cui un milione clandestini». Poiché da nessuna delle relazioni ministeriali al Parlamento sull'applicazione della legge risulta che magari un solo aborto sia stato evitato dai consultori, ci si deve chiedere su che si fonda quest'affermazione fantasiosa. Inoltre, se dal totale dei 4.700.000 aborti legali praticati in questi trent'anni si esclude il milione di clandestini "recuperati" alla legalità, se ne deduce che i restanti 3.700.000 sono tutti provocati dalla legge. Dunque la 194 non riduce, ma moltiplica gli aborti legali, aggiungendoli a quelli clandestini: ogni anno " stando a quello che scrive l'Unità " se ne praticano ancora, in media, oltre 33mila. Una cifra che supera di molto la stima diffusa giorni fa dall'Osservatorio del Ministero della salute (20.000). Davvero un bel bilancio di 30 anni di legge 194. Dovremmo parlare di una legge moltiplicatrice.

ECCO L'«ETICA LAICA»
Se fosse quella che Umberto Galimberti descrive su L'Espresso (del 17 gennaio), l'«etica laica» sarebbe davvero ben povera cosa. Eccone i contenuti: «Aborto diritto delle donne», oppure: «Compito dello Stato non è costruire la "città ideale", ma ridurre il più possibile il male nella "città reale"» (idea assai bassa della politica). Oppure: «Lo Stato non può decidere sul corpo delle donne» (può decidere, però, secondo Galimberti, sul corpo dei suoi cittadini più piccoli). Oppure ancora: «L'insanabile contraddizione tra la "natura" e l'"individuo"» (ma l'individuo non è più un prodotto della natura?) Quando, invece, il nostro filosofo cita Kant, che non scriveva banalità, la lettura che lui ne fa è assai discutibile. Kant ha scritto: «La morale è fatta per l'uomo, non l'uomo per la morale». E anche: «L'uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo». Secondo Galimberti, la prima affermazione è già «quanto basta per fare piazza pulita di tutte quelle morali fondate sui principi religiosi nel nostro tempo inapplicabili». Siccome, però, questa sentenza copia il modello di quella assai più nota di Gesù sul sabato, leggiamola con lo spirito biblico che Kant condivideva: proprio come il sabato, la morale è fatta per dare dignità all'uomo e alle sue azioni e l'uomo ha il compito di far sua la morale. Stesso criterio per la seconda affermazione: il bambino (un uomo) abortito è il mezzo con cui chi lo rifiuta soddisfa un bisogno o il proprio egotismo. Dunque è uno strumento per realizzare una propria morale o raggiungere un proprio fine. Etica laicista, etica contraddittoria.

MADRI FUNZIONARIE
Sempre su L'Espresso, Galimberti sostiene anche che il divieto di abortire comporta la considerazione della donna «non come persona, ma come semplice "funzionaria della specie"». Ebbene, venerdì 25 il Corriere della sera presentava - insegnando anche come si fa a evitare i «trabocchetti giuridici» - l'uso delle cosiddette «madri surrogate» che, specialmente negli Usa, forniscono «pacchetti tutto compreso»: gravidanza, nascita, falsi certificati di nascita, avvocati, servizio anche per coppie omosessuali, tutto per la modica spesa di 150-170mila dollari. A volte la madre «portatrice è fornita dalla clinica». Meglio, in ogni caso, servirsi di «portatrici» dell'Europa orientale, dove la manodopera scende a 42-25mila euro. Che dice il kantiano Galimberti di queste funzionarie?
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