mercoledì 14 febbraio 2018
Sembra quasi di essere ritornati, a ritroso nel tempo, ai grandi e magnifici monasteri benedettini del passato, che erano piccole cittadelle autosufficienti in cui sopravviveva la Parola anche nella produzione di generi alimentari di cui si nutrivano monaci e laici. Oppure viene in mente il dolce preferito dallo scrittore Marcel Proust, la "madeleine", anch'esso rievocante personaggi e scenari, colori e profumi dei Vangeli.
Stavolta sono proprio i tremebondi ragazzi, le birbe del carcere minorile di Nisida a darci una lezione di umanità e di pace da quell'isoletta collegata al quartiere napoletano di Posillipo da un ponte marittimo. E dall'istituto in cui pagano il fio delle loro malefatte chiedono di essere perdonati, chiedono che quelle loro cattive azioni per le quali sono lì vengano considerate alla stregua di "scappatelle" che non hanno spento in loro la luce del giusto e dell'onesto, la speranza, proprio nel giorno della festa degli innamorati, di potersi costituìre un giorno una famiglia fondata sull'amore.
Da questi "enfants terribles", a San Valentino, il gesto d'amore per l'umanità al di là delle sbarre non si è fatto attendere. Il laboratorio di pasticceria e ristorazione di Nisida ha inventato la ricetta di speciali biscotti denominati dalla personalità dei loro "chef" in erba proprio "scappatelle": dolci leggerissimi e gustosi, impastati di vino rosso e dunque del colore del cuore, senza uova e senza latte, addolciti con zucchero di canna, a simboleggiare il loro fortissimo desiderio di ritornare, quanto prima, nella società cosiddetta civile.
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