sabato 16 luglio 2022
Raccontano gli storici che parve “più uomo che Papa”, ma talmente “uomo” che fu proprio un grande Papa! Resta come uno dei Papi di cui tutti, alla lettera, dissero bene: una rarità, non solo per i tempi che allora correvano. Prospero Lambertini, bolognese, teologo e avvocato, nato nel 1675, presto prete e poi arcivescovo di Ancona, poi di Bologna e cardinale nel 1728. Se ne stava tranquillo fino a 65 anni, girando per le strade di Bologna, incontrando la gente, soccorrendo i poveri, amico di artisti e letterati. Nel 1740 morì Clemente XII e fu un Conclave drammatico: sei mesi e 255 votazioni a vuoto. Uno scandalo per l'Europa! Raccontano che lui alla fine, sempre allegro e fuori dagli schemi, convinse i cardinali con questa proposta: «Fratelli, volete un santo? Eleggete Gotti. Volete un politico? Eleggete Aldobrandini. Volete un buon uomo? Eccomi qua!». Funzionò, nel Conclave disperato e schiacciato dal caldo: era il 17 agosto del 1740. Gli chiesero se accettava e disse sì per tre ragioni: «per non disprezzare il vostro beneficio, per non resistere alla volontà di Dio, perché per me non ho mai desiderato una così alta vanità, e per farla finita con queste nostre “adunanze” che sono uno scandalo per l'Europa intera»… Assunse il nome di Benedetto XIV.
Colto, amico di sapienti e letterati, persino di Voltaire che gli dedicò una sua opera, continuò a girare tra la gente anche da Papa. Diceva che era Papa prima che sovrano, intransigente sulla dottrina di Cristo, remissivo nei rapporti con gli Stati, in cui rinunciò a molti privilegi del potere: «La spada – scrisse – non sta bene in mano a chi, benché indegno, è vicario di Cristo. Il Papa è, e deve essere, disarmato». Scelse, in politica estera, quello che chiamò “il martirio della neutralità”: erano tempi burrascosi… All'interno fu un grande riformatore. Approvò nuovi Ordini religiosi austeri e colti, favorì lo studio della storia e lo sviluppo della scienza. Tolse il veto a tutta l'opera di Galileo, riconoscendo gli errori commessi contro di lui, ma i successori in questo lo ignorarono. Iniziò alla grande il recupero archeologico di Roma antica e di Roma cristiana a partire dal Colosseo, favorì artisti e letterati, mise a posto Santa Maria Maggiore, Santa Croce in Gerusalemme, la Fontana di Trevi, il Pantheon e Santa Maria degli Angeli... Ristrutturò i Musei Capitolini, istituì quattro università, sistemò le biblioteche… Riformò scrivendo, prima ancora di essere Papa, tutta la materia di beatificazioni e canonizzazioni: 4 volumi giganteschi, più di 8mila pagine che hanno fatto storia, editi fino ad oggi. Gli toccò il Giubileo del 1750 e fu un gran successo, anche grazie a grandi personaggi, santi e predicatori, che egli stesso chiamò a Roma. Autorizzò il gioco del Lotto anche nell'Anno Santo, ma con una percentuale per i poveri e i pellegrini del Giubileo. Il 29 giugno volle, e fu la prima volta, una fiaccolata sulla cupola e sul colonnato del Bernini. Volle che l'indulgenza giubilare fosse anche per chi non veniva a Roma, ma faceva opere di giustizia e carità. Un innovatore benefico. Morì rimpianto da tutti – e in quei tempi non era facile – il 3 maggio 1758. Perfino Pasquino non ne disse mai male. È sepolto in San Pietro. Un buon uomo: talvolta basta essere umani e buoni per essere capaci di tutto. Anche di fare il Papa. Ha lasciato tracce anche nel teatro: nel 1905 Alfredo Testoni gli ha dedicato una celebre commedia: “Il cardinal Lambertini”. Memorabile resta l'interpretazione di Gino Cervi. Cento di questi Papi, diremmo. Alla salute di Prospero Lambertini, “buon uomo”: e scusate se pare poco!.
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