sabato 18 luglio 2015
«Dalla cintola in su…» come Farinata (Inferno, c. X, 22-51), ma aggiornato, con eccessi e sconfinamenti da doping ideale. Difficile indovinare la "materia" della sostanza, forse solo nostalgia di tempi lontani, ma talora già basta la "forma". Ieri per esempio ti pare sia così quando leggi ("Italia Oggi", p. 6) l'invettiva universale di Domenico Cacopardo che ex cathedra spazia dall'eurozona alla Grecia, dal «calvinista rigore del Nord e cattolico lassismo del Sud», ma con questo bersaglio primario: «Nei giorni scorsi è tornato dal suo incendiario viaggio (...) papa Francesco, che ha riservato all'uditorio le più demagogiche, populistiche e devastanti proposizioni che possano essere pronunciate in un contesto estremamente degradato e ricettivo: abbasso il profitto». Non basta: «Un campione di considerazioni irrealistiche e sbagliate, che dimostra ancora una volta il disastro messo in scena da questo papa…». È indignato, Cacopardo! La sua raffica pare salvare soltanto «il nostro caro leader Matteo Renzi» e prosegue con un veloce bignamino dei talkshow nelle diverse stagioni degli ultimi 20 anni, da «quel grande tossico dell'etere che è Michele Santoro» fino al modello di oggi che sarebbe, appunto, papa Francesco. Leggi e ti chiedi come mai un sapiente così, un veggente così acuto venga fuori, appunto «dalla cintola in su», e solo ora. Misteri della vita italiana! Che dire? Certo d'ora in poi vi avrà posto anche l'autore dello scritto. Su questo è difficile capire da dove cominciare, ma forse può servire l'evocazione dell'«incendiario». Incendio infatti dice "fuoco", e tu ricordi che un certo Gesù di Nazareth – qualche relazione, vero, col successore di Pietro? – disse che era venuto ad «accendere il fuoco sulla terra» e che «non si dava pace finché non fosse acceso» (Lc 12, 49).
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