giovedì 21 maggio 2009
Leggo: tra nostalgia e delusione. Ai tempi della mia infanzia, fine anni '40, per volontà di un padre falegname ebanista e gran lettore di libri, entravano in casa solo "L'Osservatore romano", per decenni unica voce libera in Italia, e "La Voce repubblicana": una dialettica che sapeva di libertà capace di critica. "La Voce repubblicana" c'è ancora, ma ieri un colpo al cuore, anzi due, con titoli a p. 1, «Nucara: Fini difende Stato laico e Credo cattolico", e a p. 2, "Tutele? Solo per l'embrione». Nel primo pezzo il segretario del Partito Repubblicano dà a Fini la medaglia di difensore della cattolicità. Pare un assurdo? Non lo è, perché Nucara didattico spiega che «un domani, causa società multietnica, la Chiesa cattolica potrebbe non essere più maggioranza nel Paese», e questo vorrà dire che solo se oggi si ascolta Fini l'Italia non avrà leggi islamiche: «non vorremmo trovarci in casa la sharia, il velo e le mani mozzate, che pure sono attuazioni di principi religiosi». Ecco: Fini profeta, e su "La Voce repubblicana"! Non basta. Il secondo pezzo è una intervista a Mirella Parachini, «membro dell'Associazione Luca Coscioni e presidente della Federazione Internazionale degli Operatori aborto e contraccezione» " propaggini radicali " che si fa coraggio e accusa Stato, Parlamento e Corte costituzionale: da noi «una tutela giuridica dell'embrione è anteposta alla tutela della salute delle donne»! Ma no? Per lei ma sì! È noto: da quelle parti fanno furore gli scioperi, nel caso anche dalla realtà di qualche centinaio di migliaia di aborti. Questa "La Voce" oggi? Meglio un po' di silenzio"
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