domenica 6 febbraio 2022
Ultimo a Sanremo non canta più, e allora un plauso al Festival della Canzone Cristiana che l'ha sostituito, degnamente, con l'omonimo: Capitan Ultimo. Lo mettiamo tra i vincitori dell'altro Festival, assieme a quelle belle figure, poche, che rimarranno in testa, più di un ritornello delle 25 canzonette volute da Amadeus III. Se Gianni Morandi ha vinto la sfida delle cover lo deve all'eclettico Lorenzo (Cherubini) da Cortona, in arte Jovanotti. Un giovanotto stagionato, ma perennemente fanciullesco, nonostante la barba da cinquantenne e il tic alla Terzani. Diciamocelo, per essere un cantautore, non canta bene (stona spesso), non balla, ma si muove da lungagnone un po' sgraziato, e non ci risulta che sappia suonare davvero uno strumento. Ma Lorenzo l'immaginifico, usa la voce e il corpo in armonia per comunicare meglio di tutti i teleimbonitori che ci propina l'etere. E poi ha il carisma del conduttore di energia rinnovata e affianco a lui, Morandi, al di là del pezzo che gli ha cucito addosso, è tornato ai tempi del militare nei musicarelli con Laura Efrikian. Lorenzo è un poeta beat che sa cambiare registro (capito Checco! Zalone) e riempire il vuoto pneumatico del solito scatolone sanremese (“Amadeus 4” è roba da Marvel non da Rai) con i versi della «poetessa» Mariangela Gualtieri. Un cantico delle creature 2.0 la sua Bello mondo e Jovanotti l'ha recitata con il coraggio del domatore di tigri da salotto. Caro direttore Coletta, salutiamoci senza rancore, tra ranuncoli e rane, con questi rarissimi scampoli di bellezza. Però, ricordi, la televisione, specie quella del servizio pubblico, dopo tutto il male visto e provato dal Paese reale, non può più permettersi di investire in banale e tamponi. Non può ostinarsi a far credere al giovane seguace di Sanremo che la “direzione ostinata e contraria” ormai è ridotta al maschio in calze a rete, smalto alle unghie e crine da upupa, mentre la donna è se stessa e pienamente integrata solo se ama, pensa e vive nel suo fluido magico multiforme. La ragazza della porta accanto, l'attrice Maria Chiara Giannetta, insegna che siamo noi i veri ciechi e non la sua eroina non vedente, Blanca. E quelle splendide creature, da sempre al buio, che ha voluto con sé a Sanremo, per cinque minuti non hanno illuminato solo il palco dell'Ariston, ma anche le nostre coscienze che hanno bisogno di quei momenti di vita vera, e pienamente condivisi con i progetti di “Rai Pubblica Utilità”. Perciò, giù il sipario del Festival 2022, ma con poesia: «Ringraziare desidero, per l'amore che rende impavidi...», parole di Mariangela Gualtieri, feat Lorenzo Jovanotti.
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