venerdì 28 febbraio 2020
Venerdì della scorsa settimana Antonio, 18 anni, occhi azzurri e faccia pulita, ha deciso di farla finita. Uscito dal liceo "Monti" di Cesena si è fatto travolgere da un Frecciarossa sul primo binario della vicinissima stazione. Una tragedia che ha sconvolto gli amici di scuola, la comunità della parrocchia ma soprattutto la sua famiglia – padre, madre e due fratelli minori – e l'intera città. Lo sgomento e lo smarrimento sono stati palpabili per diversi giorni. Fino al funerale, con la Messa presieduta dal vescovo Douglas Regattieri, che si è fatto carico del dolore di tutti. Del dolore, ma anche della speranza.
Al termine delle esequie, nella chiesa di San Domenico, davanti ad almeno mille persone, il padre di Antonio, Andrea, ha infatti preso la parola e per un'ora e mezzo ha dialogato con i presenti. Una sorta di pubblica confessione-condivisione, compresa una raccomandazione: «Tutti abbiamo responsabilità. Io mi prendo le mie, ma devono farlo anche le scuole in zona stazione, uno dei posti più degradati della città: è come vivere con una pistola puntata alla tempia. Se vedete uno disperato smettete di guardare lo smartphone e fermatelo». Di qui è nato un sogno: «La panchina di Antonio: ho questo pensiero – ha detto ancora il padre –. Realizziamola lì, fra le scuole e la stazione, che sia un luogo bello, accogliente, una sorta di filtro di decantazione. Perché quello che è successo a noi non accada mai più».
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