giovedì 6 febbraio 2014
Parole come fulmini: due soli esempi diversissimi, ma illuminanti. Ieri qui (p. 6): «La scelta di essere poveri per combattere la miseria». Titolo per il "Messaggio" di Francesco per la Quaresima. La povertà scelta diventa liberazione, la miseria subita è schiavitù indegna dell'uomo. Perciò «una Chiesa povera, e per i poveri» può essere vero desiderio! Sempre ieri su "L'Unità" (p. 6) lo ha capito bene Roberto Monteforte che cita il Papa: «La miseria è povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza», la scelta di povertà invece può essere strumento per combattere la miseria: in noi, negli altri, nel mondo intero… Parole che rivelano e indicano un cammino. All'opposto però quelle che talora indicano un blocco. Sempre "Unità" (4/2, p. 15): «Una roadmap europea per i diritti di Lgbti». Sergio Lo Giudice è sicurissimo che gli altri, i cattolici in specie, siano omofobi perché senza violare i diritti di alcuno pensano che il matrimonio è realtà che implica maschile e femminile, ma poi nel suo entusiasmo scrive che occorre «depatologizzare i disturbi dell'identità di genere». Colpisce quel «disturbi» che gli esce dalla penna! Senza pretese integraliste: è il caso di pensarci su.
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