sabato 14 febbraio 2015
Sanremo. Chiusi in un luogo privilegiato dove non arrivano le grida di aiuto dei migranti, dove nessuno canta le lacrime dei bambini che del mondo hanno conosciuto solo il mare che affoga. È giusto cantare l'amore perché è solo questo che dà senso alla vita, ma non dimenticare la immensa e profonda verità dell'universo.Mai un saluto riconoscente per chi ti ha dato la vita, mai un pensiero per chi ha dovuto lasciare la propria terra per non morire di fame e di paura, mai un premio per chi ha la forza di non soccombere davanti alle avversità. E ancora neppure una parola di coraggio, cantando la propria positiva esperienza, per chi è giovane e deve affrontare il suo incerto futuro.Perché lasciar credere che l'amore è solo tra due amanti e non allargare questo concetto a chi lotta per la libertà, a chi mette in gioco la propria vita per il bene degli altri? Anche questo fa parte della vita di tutti i giorni ed ha la sua bellezza, il suo calore, la sua luce al di sopra del pianto e dell'angoscia. A Sanremo si canta tra luci e musica in un luogo a sé, un'illusione, dove la realtà è rimasta fuori, al di là della porta. Una realtà a volte deludente, ma che è necessario superare con intelligenza e carità.Che dire infatti di quelle foto sulla nostra stampa che ci presentano, nel nostro Parlamento, situazioni di rabbia, di offesa e atteggiamenti che sarebbero sopportabili solo in una piazza tra gente incolta e incapace di ragionare? Li abbiamo votati perché sapessero difendere i nostri diritti e doveri usando ragionevolezza e capacità e non per questo atteggiamento negativo che fa temere della bontà dello stile democratico. Lo si poteva comprendere nelle prime sedute dopo la guerra quando Paietta, comunista, saliva in piedi sui banchi per protesta. Ma allora una guerra tra fratelli aveva esacerbato gli animi e lasciato uno strascico d'ira. Mi chiedo come pretendono questi nostri rappresentanti di essere rieletti, se è questo ciò che dobbiamo insegnare ai giovani che voteranno per la prima volta. Chi guarda chiede un po'di dignità.E noi oggi, San Valentino, regaliamoci un fiore: un tulipano, secondo una tradizione dell'antica Persia, per una dichiarazione d'amore; un ramo di tiglio per l'affetto tra marito e moglie; un mazzo di calle per la bellezza, la felce per il mistero e margherite per la pazienza.
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