sabato 23 novembre 2019
Giorno senza sole. II cielo non ci regala neppure le nuvole che darebbero, con il loro muoversi, un aspetto di interesse, di fantasia: da che parte vanno, getteranno acqua o se ne andranno in un altro cielo approfittando del passaggio del vento? Esse godono di una libertà che noi non abbiamo: cambiano spazio, altezza, velocità, combattono e sanno vincere contro il sole, sanno portare ombra sulle nostre case, le strade, i boschi, e mutano colore alle cose. Cambiano anche il nostro carattere che per il loro capriccio perde serenità e buon umore mentre adagiate sul soffio del vento se ne vanno nel cielo bianche, grigie, scure e minacciose fino a costruire tra il loro scontro una grande pioggia. Usano la loro libertà contro di noi che camminiamo sulla terra difesi da quattro spicchi di tela a volte scura, altre colorata, è certo che ridono tra loro vedendoci correre a cercare riparo. Poi quando il giorno è finito e il sole getta i suoi ultimi raggi sul nostro orizzonte, allora le nuvole inventano un concerto di colori quasi per far invidia a questa umanità che tra pochi minuti verrà precipitata nel buio della notte. Questo è ciò che vediamo dalle nostre strade, ma se il caso o la fortuna ci offre un posto su un aereo, per i primi minuti ci sembra di camminare sulla parte rovescia delle nuvole, quasi su un immenso piatto di panna montata piena di luce e non ci interessa più sapere se al di sotto i lampi di un temporale sembrano falciare le nostre campagne. Allora un senso di potenza quasi personale ci fa sperare e credere nella capacità, senza fine, dell'uomo di oggi che ha già nel suo attivo e nel suo futuro un programma spaziale di enorme grandezza e coraggio. Quanto tempo è passato dal mio primo viaggio su uno SkyMaster dall'Europa all'America! Si viaggiava bassi e con un grande rumore che dava la sensazione di rompere con forza nuvole e cielo per andare avanti con fatica. Il cielo nuvoloso era spesso al di sopra di noi e si risentiva degli sbalzi che l'apparecchio subiva a causa del cambio continuo del vento. Aerei pesanti che avevano bisogno di fare lunghe piste prima di salire nell'aria e quando finalmente lasciavano il terreno allora il pubblico batteva le mani al pilota! Lo stesso avveniva all'arrivo come se la nostra sorte dipendesse solo dalla bravura di chi guidava l'apparecchio. Durante il viaggio era possibile vedere il passaggio sulle montagne, mentre era ancora permesso il volo sulle città quando, viste dall'alto, sembravano ancora piccola cosa anche quelle del nostro paese. La varietà del tempo era di certo più importante di quello che lo è ai nostri giorni e succedeva spesso di dover rimandare un viaggio per questioni climatiche oggi assolutamente superabili per l'altitudine alla quale si può volare. Le nuvole hanno allora perduto la loro importanza? Purtroppo esse hanno ancora in mano il bello e il brutto del nostro tempo e a volte della nostra vita.
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