giovedì 5 marzo 2009
II Domenica
di Quaresima " Anno B

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati (...).

Dalla domenica del deserto al Vangelo della luce. La nostra vocazione altro non è che la fatica tenace e gioiosa di liberare tutta la luce e la bellezza seminate in noi: verità dell'uomo è una luce custodita in un guscio di fragile argilla.
Sul monte il volto di Gesù brilla di un contenuto che lo travolge, di una energia che non si ferma al volto, neppure al corpo intero, ma tracima verso l'esterno e cattura la materia degli abiti: Le sue vesti divennero bianche come nessun lavandaio sarebbe capace. Se la veste è luminosa sopra ogni possibilità umana, quale sarà la bellezza del corpo? E se così è il corpo, come sarà il cuore?
Allora Pietro, stordito e sedotto da ciò che vede, balbetta: è bello per noi stare qui. Stare qui, davanti a questa bellezza, perché qui siamo di casa, altrove siamo sempre stranieri. Altrove non è bello, e possiamo solo camminare non sostare, qui è la nostra identità: abitare anche noi una luce. È bello stare qui: il nostro cuore è a casa soltanto accanto al tuo, Signore.
Sul Tabor il corpo di Gesù trasfigurato racconta Dio. Tutto ciò che Gesù ha detto è vero perché il suo corpo splende, anticipo del Regno: Regno di luce e di tenerezza perché il suo Corpo è luce e tenerezza; Regno di bellezza e di grazia perché il suo Corpo è bellezza e grazia; Regno di incontri che lega insieme in un nodo di stupore le sei presenze sul monte.
Ma come tante cose belle, la visione non fu che un attimo. «Una nube li coprì e venne una voce: Ascoltate Lui». Il Padre prende la parola ma per scomparire dietro la parola del Figlio. Il mistero di Dio è ormai tutto dentro Gesù. Con Mosè, dal volto intriso di luce, con Elia, rapito su un carro di fuoco e di luce, tutta la bibbia converge su Cristo. Sali sul monte per vedere e sei rimandato all'ascolto. Scendi dal monte e ti rimane nella memoria l'eco dell'ultima parola: Ascoltate Lui. La nostra via lucis è l'ascolto.
Quella luce, «la luce della trasfigurazione che è l'energia stessa di Dio» (G. Palamas) è ancora disponibile: nella Parola, nei sacramenti, nella bontà delle persone, nella bellezza delle cose, talvolta scintilla breve talvolta fiume di fuoco.
Il mondo è intriso di luce, lo sanno tutte le religioni, lo sanno gli innamorati, gli artisti, i puri. Ma ora io so che «alle sorgenti della bellezza, della pace e dell'energia di quelle falde di fuoco presenti nel cosmo, è posto Gesù di Nazaret» (O. Clèment), fiamma delle cose, cuore di luce dentro ogni creatura.
(Letture: Genesi 22,1-2.9.10-13.15-18; Salmo 115; Romani 8,31-34; Marco 9,2-10).
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