mercoledì 7 giugno 2017
C'è un ospedale a Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) che da diversi anni oscilla tra la chiusura irreversibile e l'erogazione a singhiozzo dei servizi. Colpa dei tagli alla sanità calabrese, da sempre in deficit. Eppure il «Tiberio Evoli» resta un avamposto sanitario, che negli anni – soprattutto tra il 1980 e il 2000 – è stato anche polo d'eccellenza. Una delle peculiarità positive che è rimasta immutata è quella del reparto di oculistica.
È in quella corsia che si è ritrovato un minore straniero non accompagnato ospite della casa di accoglienza «Il Buon Samaritano» di Montebello Jonico, sempre nel Reggino. Un giovane che ha vissuto la drammatica avventura delle "carrette" della speranza sul Mediterraneo con arrivo in Italia, nel suo caso al porto di Reggio Calabria, dov'è sbarcato il giorno di Pasqua. L'imbarcazione era partita dalle coste libiche, e proprio a Tripoli il giovane aveva subìto percosse che gli erano costate la perdita dell'occhio sinistro.
Un gravissimo trauma che poteva diventare disabilità totale e permanente, se non fosse stato per la sanità reggina. Pochi giorni fa è stato necessario l'intervento chirurgico al «Tiberio Evoli»: i medici, Giuseppe Zuccarelli e Vincenzo Florio, hanno ritenuto indispensabile operare il giovane proveniente dalla Guinea per prevenire la cecità: il rischio di contagio per simpatizzazione dell'occhio sano era infatti altissimo. Un'operazione perfettamente riuscita, che ha permesso al ragazzo di rivedere con i suoi occhi la luce del sole di Calabria.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI