venerdì 24 luglio 2015
Il riconoscimento ufficiale dell'Organizzazione mondiale della sanità arriverà solo nel 2017, ma a un anno esatto dalla registrazione dell'ultimo caso di poliomielite, ora la Nigeria può, di fatto, considerarsi fuori dalla lista dei Paesi in cui la malattia è endemica. Un passo significativo verso l'«eradicazione globale del virus», obiettivo dell'Oms entro il 2018, e un traguardo eccezionale per un Paese che in un solo anno è riuscito a diminuire i casi di contagio del 90 per cento. Il successo in Nigeria è solo l'ultimo risultato della campagna avviata dall'Organizzazione 26 anni fa, un'operazione che ha portato alla riduzione del virus del 99% su scala mondiale. Adesso, il fatto che il piccolo Issa Ahmadu, 15 mesi, sia l'ultimo bambino contagiato nell'intero continente africano è un segnale di speranza inequivocabile, ma è bene ricordare – come fa Oyewale Tomori, coordinatore della campagna nel Paese –, che «c'è una certa differenza tra l'essere depennati da una lista di Paesi in cui la polio è endemica» ed essere «del tutto liberi dalla polio». Perché il pericolo di nuovi contagi è concreto: «Ci sono due cose che possono far tornare il virus – avverte Tomori – l'autocompiacimento del governo e gli estremismi». Nel 1988 quando l'Organizzazione lanciò la sua campagna i Paesi in cui la polio era costantemente presente erano 125. Con l'uscita della Nigeria ne restano solo due: Pakistan e Afghanistan. Non a caso è lì che il fondamentalismo islamico dei taleban impedisce una lotta efficace al virus attraverso il boicottaggio delle vaccinazioni.
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