domenica 19 novembre 2017
Sui giornali la chiamano la "Cirinnà bis", perché è la seconda proposta di legge della omonima senatrice, che mira a istituire persino il «matrimonio egualitario» per le persone omosessuali: «egualitario», cioè in tutto identico all'unico autentico matrimonio tra un uomo e una donna. Soddisfatta per le "unioni civili" legalizzate, ma di fatto trattate già come matrimoni anche tra gay, Cirinnà vuole adesso che il matrimonio sia uno solo per tutti.
Questo ulteriore tentativo di banalizzare l'istituzione più importante della vita civile era da prevedere: se a un bambino metti in mano una pasta dolce per assaggiarla, lui la vorrà tutta. Similmente le reazioni radical-laiciste di alcuni giornali, che stravolgono il messaggio di papa Francesco, preannunciano la pretesa che la legge sulle "Dat" (fine vita) ancora in esame al Senato si apra – Cirinnà insegna e mira – anche all'eutanasia. Per esempio, un primo titolo cavouriano del Manifesto (venerdì 17) diceva: «Libera scelta in libera Chiesa». E un secondo più esplicito: «Eutanasia, un duro colpo per i più papisti del Papa». Sul medesimo quotidiano Marco Cappato, il radicale che ha scelto la missione di portare in Svizzera coloro che, gravemente malati, vogliono porre fine alla propria vita, ha tenuto a sottolineare che «le dichiarazioni del Papa non erano rivolte al Parlamento», come per dire che politicamente non contano: anche se le leggi possono scontrarsi con la morale comune.
Non era prevedibile, invece, che Il Tempo affermasse che «Bergoglio sdogana la dolce morte», cioè l'eutanasia. E pensare che, invece, papa Francesco ha confermato, esplicitandola e aggiornandola, una dottrina delineata sessant'anni fa da Pio XII, alla quale l'attuale Pontefice ha aggiunto, se così può dirsi, una denuncia per l'aumento della persistente «ineguaglianza terapeutica»: la solita differenza tra ricchi e poveri.

L'ERRORE ESATTO...
Secondo La Stampa (martedì 14), il fiasco della nostra Nazionale di calcio è apparso un disastro tale da definirlo un'«apocalisse». Questa parola greca (apocalypsis) significa «scoperta, rivelazione» ma, per l'ignoranza di chi la usa con troppa facilità (persino un film di successo si titolava Apocalypse now, in inglese «apocalisse ora») ha assunto il significato di disastro che abbiamo appena ricordato e che quel film descriveva. Questa volta, però, almeno in campo di calcio, l'errore è esatto.

...E IL MISTERO APOCALISSE
Sulla Repubblica si parla ancora del «mistero infinito di papa Luciani», intendendo la sua morte. Come soggetto "giallo" so che piacerebbe negli Usa a John Grisham e da noi a Gianluigi Nuzzi e a Emiliano Fittipaldi, specialisti in gialli vaticani, ma il mistero si è svelato (apocalisse?) al momento della sua morte. Non c'era.
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