sabato 13 luglio 2019
Bah è un giovane del Gambia che stava frequentando una scuola a indirizzo informatico quando la morte improvvisa del padre mise in forte difficoltà la sua famiglia. Una situazione che la fragilità del Paese amplificò, con una guerra strisciante e frequenti violazioni dei diritti umani. Il fratello venne arrestato e lui scappò, come tanti. «Non so né posso descrivere cosa si prova a vivere aggrappati disperatamente al solo istinto di sopravvivenza – racconta Bah –, amico e nemico di tutti e di nessuno, con la poca acqua reperita come capita, in balìa di chi può decidere della tua vita, con mancanza di cibo, sconforto, tristezza per una vita che sembra non aver più alcun valore. Totalmente dipendente da persone sconosciute e dagli eventi, senza sapere con certezza come e dove arrivare». Alla fine del suo viaggio Bah è stato accolto ad Ancona presso Casa Zaccheo, la struttura di seconda accoglienza gestita dalla Caritas diocesana, e oggi la sua storia è l'esempio di un'integrazione riuscita. Vive in autonomia con alcuni colleghi, parla un italiano corretto e ha acquisito buone competenze nel lavoro. Ad Ancona si trova bene «ma oggi c'è più bisogno di parlare, d'incontrarsi, di ascoltarci, di conoscersi, di uscire dall'anonimato, di riscoprire l'umanità che c'è dentro ogni persona e nella propria cultura». Con un sogno: «Incontrare papa Francesco, lo sento come un padre».
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