giovedì 8 settembre 2016
Sono i giorni in cui le ceneri dei vulcani d'Islanda bloccano gli aerei d'Europa. Resto costretto in Sardegna e una giornalista mi procura la possibilità di incontrare, in Barbagia, il bandito Graziano Mesina, leggendario non solo laggiù. Era intervenuto lui, dal carcere per far liberare il piccolo Faruk, allora sequestrato. Lo raggiungiamo in automobile, un vigile del fuoco mi accompagna e anche Maria Grazia, la giornalista. Me lo passano al telefono, mi dà subito del tu, gli rispondo alla stessa maniera. Sa che sono un poeta che viene da Milano e gli va bene incontrarmi. A metà strada, ci rimprovera il ritardo, di cui non so come fosse informato, poi ci cambia luogo d'appuntamento, direttamente ad Orgosolo. Ci incrociamo in una via a fondo cieco, noi volti verso il chiuso, lui con la sua jeep ed autista verso il via libera. Scendo e mi fa segno di salire in macchina alle sue spalle. Partiamo sgommando, non una parola. Saliamo i tornanti, seguiti a fatica dal mio fido pompiere. A tavola, mi racconta il film della sua vita o quasi, credo. Ha passato trent'anni di galera, ora, dice, dà lavoro alla sua gente. Facciamo foto insieme, gli sono simpatico. È già tornato in prigione. Ho incontrato il male? Baden Powell in «Scouting for boy» dice che, chiunque ha in sé almeno il 5% di bontà.
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