mercoledì 2 dicembre 2015
La massa tumorale le cresceva rapidamente attorno al cuore e ai polmoni quando lei era ancora nella pancia della mamma. Per la piccola Miriam il rischio era ormai elevatissimo, questione di giorni. All'ottavo mese di vita, il chirurgo fetale del Policlinico universitario di Milano, Nicola Persico, utilizzando la laserterapia ha "bloccato" i vasi sanguigni del tumore impedendo alla malattia di alimentarsi ed espandersi ulteriormente. Poi, estratta la bimba dall'utero materno solo parzialmente, e sfruttando il legame con placenta e cordone ombelicale utilizzati come una sorta di "circolazione extracorporea", ad appena sei giorni di vita gli specialisti hanno completato l'opera asportando la massa con un intervento eccezionale durato circa 2 ore e che ha coinvolto anestesisti, chirurghi, neonatologi, cardiologi, radiologi e infermieri. Alla fine, Ernesto Leva, (Chirurgia pediatrica), Edoardo Calderini, (Anestesia e rianimazione), Luigi Fedele, (dipartimento Donna, bambino e neonato) e Fabio Mosca, (Neonotaologia) del nosocomio milanese, affiancati dal cardiochirurgo pediatrico Giuseppe Pomè, del Policlinico San Donato – autorità internazionale in questo campo – ce l'hanno fatta e oggi Miriam sta bene. A breve lascerà la Clinica Mangiagalli del Policlinico milanese. La aspetta una vita normale, come quella dei suoi coetanei perché l'intervento di asportazione cui è stato sottoposta, assicurano entusiasti gli esperti, «è da considerarsi risolutivo per la guarigione della piccola».
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