martedì 1 agosto 2017
È una storia che dice la straordinaria dedizione professionale di una ginecologa e arriva dal Centro Medico Regionale di Frankfort, nel Kentucky. A raccontarla è il Washington Post. Amanda Hess si trovava in ospedale per partorire quando ha sentito una donna urlare di dolore in un'altra stanza. Si trattava di Leah Halliday Johnson, una delle sue pazienti. La dottoressa l'aveva visitata proprio la settimana prima. Le infermiere hanno spiegato alla Hess che il bambino della Johnson stava arrivando molto più velocemente del previsto e che il cordone ombelicale si era avvolto intorno al collo del piccolo. Purtroppo il medico di turno aveva lasciato l'ospedale e in sala parto avevano bisogno di aiuto.
La Hess non ci ha pensato due volte. Infilato un camice da dottore sopra il suo di partoriente, si è precipitata ad assistere la sua paziente e, soltanto dopo che quest'ultima ha partorito una bimba, è tornata in sala parto per dare anche lei alla luce sua figlia. «Quando ho sentito le urla di Leah ho pensato: “Non sono reperibile. Sono qui per far nascere la mia bambina”. Poi il pensiero delle difficoltà che stava incontrando la mia paziente ha avuto il sopravvento». Leah Johnson non si è accorta di nulla. Dopo il parto ha spiegato: «Mio marito ha notato che la dottoressa indossava il camice delle partorienti, ma io no». L'abnegazione di un medico. E due splendidi fiocchi rosa.
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