In polifonia tra salmi e mottetti riesplode tutta la Venezia del '500
domenica 21 settembre 2008
Venezia la "Serenissima", potenza commerciale e militare, repubblica marinara e gloriosa città-stato in cui ogni minimo particolare rifletteva la maestosità della sua concezione di insieme; i palazzi privati, le "scuole", le chiese e le loro opere d'arte, ma anche i riti religiosi e le funzioni civili che molto spesso intrecciavano i loro percorsi attraverso un apparato cerimoniale altamente scenografico. Ganglio vitale della cultura italiana durante tutta l'età rinascimentale, richiamò in laguna le più prestigiose maestranze dell'epoca e si impose come centro musicale di assoluto rilievo, divenendo sede di una eccelsa scuola contrappuntistica e di quella nascente pratica policorale che trovò il punto di riferimento ideale proprio nella struttura architettonica della Basilica di San Marco, dotata di cantorie "affrontate" e di organi contrapposti.
Cori spezzati è dunque il titolo del disco (pubblicato da Brilliant e distribuito da Jupiter) attraverso cui il Chamber Choir of Europe e il suo direttore Nicol Matt hanno inteso rendere omaggio al repertorio "a più cori" e alla sua eccezionale esclusività, andando a riscoprire alcune tra le pagine sacre e profane più significative scritte dai massimi compositori attivi nella Venezia del XVI secolo: il fiammingo Adriano Willaert (1490 ca.-1562), i due Gabrieli " lo zio Andrea (1510 ca.-1586) e il nipote Giovanni (1557 ca.-1612) " e Claudio Merulo (1533-1604).
L'incisione delle sezioni di messa (tra le quali spicca un Sanctus a 16 parti), dei salmi e dei mottetti qui raccolti è stata affidata a uno speciale doppio-supporto, compatibile sia con i tradizionali compact disc sia con il formato Super Audio CD, che offre l'opportunità di avvalersi della tecnica di registrazione multi-canale Surround (quella degli "effetti speciali" del cinema, per intenderci); il risultato è un'immersione sonora totale, a 360 gradi, in una musica letteralmente avvolgente, di elevata spiritualità e sontuosità visionaria, che si innalza libera nello spazio tra risposte in eco e blocchi accordali, ma che nasconde continue insidie per gli interpreti, in questo caso non sempre in grado di fronteggiare le difficoltà causate dalle strette trame polifoniche e dalla loro impronta altamente virtuosistica.
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