In ParlamentoLegge sul caso Fabo calendario incerto Audizione per Flick
giovedì 9 maggio 2019
Più avanzano le audizioni a Montecitorio sul fine vita, più il termine – 24 settembre 2019 – imposto dalla Corte Costituzionale per giungere all'approvazione di una norma secondo le indicazioni della sua ordinanza 207 si rivela incongruo. Ad ammetterlo, ora, è Francesca Businarolo (M5S), presidente della Commissione giustizia della Camera che sta lavorando insieme alla Commissione affari sociali. «Sul fine vita – ha dichiarato – abbiamo avuto martedì un importante contributo da parte del presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick, che ha messo in evidenza la difficoltà di trovare in breve tempo una risposta», facendo anche riferimento all'«inusuale pronuncia della Corte che, anziché rinviare la decisione sul caso Marco Cappato-dj Fabo, ha rivolto al Parlamento l'invito a legiferare». D'altronde, era stata sempre lei, qualche giorno fa, ad affermare che i gruppi parlamentari avevano «richiesto molte audizioni, circa un centinaio», e che «vista la delicatezza del tema ci è sembrato giusto non stabilire un calendario troppo ristretto e accoglierne 50».
Sempre in questi giorni, si è accesa una polemica tra l'associazione radicale Luca Coscioni e il ministro della Salute, Giulia Grillo, con la prima che contesta alla seconda – anche attraverso una formale intimazione ad adempiere, forte dei termini previsti dalla legge 205/2017 sul biotestamento – di non aver ancora istituito la banca dati nazionale delle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), con la titolare del dicastero che rispedisce al mittente quelle che definisce «polemiche inutili» annunciando poi che entro questa settimana «il testo del decreto sarà mandato al Garante della privacy per ricevere formalmente il suo parere per l'emanazione».
È un complesso intreccio quello tra Dat e morte a richiesta. Le prime, infatti, consentono la sospensione di qualsiasi terapia (includendo nel novero anche la nutrizione assistita) ma non un atto medico dichiaratamente diretto a provocare la morte. Troppo poco, per la Consulta, che ha chiesto al Parlamento d'intervenire sui limiti di questa legge per aprirli ad accogliere casi specifici e particolarmente gravi come quello di Fabiano Antoniani. (M.Palm.)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI