venerdì 5 marzo 2010
Agiochi fatti, era meglio se in prima serata ci facevano vedere Italia-Ungheria Under 21, piazzando al pomeriggio - come avanspettacolo - l'Italia-Camerun dei Moschettieri. Anzi, facciamo una cosa, passiamo questa definizione dumasiana ai ragazzi di Casiraghi, chè la meritano.
Non dico che sia stato uno spettacolo, il 2-0 di Italia-Ungheria firmato da Okaka e Marrone, e tuttavia una discreta armonia del gioco degli azzurrini s'è spesso arricchita di agonismo (si dice cuore), di lucidità tecnica e di trame tattiche del tutto mancanti, sorry, alla Nazionale maggiore. L'assemblaggio dell'Under è riuscito e possiamo sperare in un successo europeo, com'è capitato già quattro volte.
Non altrettanto si può dire della Nazionale di Lippi, protagonista di una pallida esibizione da sbadigli: certo, il ct è felice di avere registrato la prova positiva degli esordienti Bonucci e Cossu, ma con tutto il rispetto per le sue idee e il suo lavoro mi sembra ben poca cosa rispetto ai dubbi che si stanno moltiplicando alla vigilia del Mondiale sudafricano.
A mia memoria - e parto dal lontano Mondiale cileno del 1962 - non è mai capitato che si chiudesse la fase di preparazione un giorno di marzo («che dirvi non so» - scriveremo forse un giorno, rimembrando Papaveri&Papere) avendo negli occhi immagini tanto deprimenti ma soprattutto poche e incerte notizie sui sette (o sei) giocatori che andranno a completare la lista del tecnico, in gran parte formata da Combattenti e Reduci del 2006. Non ho intenzioni polemiche nei confronti del ct che sembra peraltro così convinto delle proprie ragioni, ma almeno sul caso Balotelli vorrei aggiungere qualcosa. «È immaturo», dice Lippi ai tardivi postulanti. Il che fa pensare a quel Balotelli narcisista e tatticamente anarchico, magari anche indisciplinato e bizzoso, offertoci dalle sue prime imprese nerazzurre dentro e fuori campo.
Ma il Balotelli dell'ultima Under 21 ha voluto offrire di sè, quasi per ripicca, un'immagine del tutto diversa: ha eseguito gli ordini di Casiraghi, è stato bravo a inserirsi nel collettivo e a ispirarlo, consentendo alla squadra di giovarsi della sua generosità agonistica e del suo innato senso tattico. È stato definito addirittura «umile» e a rappresentare questa sua inedita qualità basta ricordare quel che ha fatto nel gol del 2-0: ha avuto a disposizione un pallone che poteva intercettare e trattare a modo suo, dribblando gli avversari e cercando la miglior posizione di tiro per segnare; ha lasciato invece che la palla scorresse fino a Marrone che l'ha sparata a rete con un sinistro fulminante.
Balotelli miracolosamente maturato in un giorno? No: semplicemente un calciatore di altissima qualità che ha voluto proporsi al dubbioso Lippi - anche scherzando coi compagni, a fine partita, scommettendo sul viaggio (di lavoro) in Sudafrica - anche nella versione più confortante dal punto di vista tecnico e umano. Un vero Moschettiere.
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