sabato 4 febbraio 2017
Da sempre fare formazione in azienda significa saper "ascoltare" le esigenze per progettare interventi che uniscano sapientemente i temi e gli strumenti più adatti ad attivare un processo di miglioramento continuo. Alcuni temi sono però molto delicati da approfondire, perché complessi, o perché paradossalmente così semplici da apparire scontati. Il concetto di "Bene Comune" è uno di questi e pur essendo oggi una delle grandi sfide affrontate dal mondo del lavoro, è ancora molto difficile coglierne la modernità e la concretezza. Con Marco Durante e Silvia Parmigiani abbiamo deciso di approfondire una dimensione particolare di questo tema, il rapporto tra imprenditore e manager, e questo grazie all'esperienza positiva che assieme hanno vissuto in questi anni in Phonetica: Marco come titolare, Silvia in qualità di direttore generale. Phonetica è una società per azioni presente nel mondo delle telecomunicazioni dal 1992 e oggi attiva nei servizi di contact center e di ingegnerizzazione dei processi comunicativi attraverso il lavoro di circa 600 collaboratori presenti in tre sedi in Italia. Conoscendo bene la loro storia professionale, la prima domanda è d'obbligo: quali sono i presupposti di una collaborazione ai vertici che sappia porsi al servizio dell'impresa?
"Credo che il primo passo spetti sempre all'imprenditore - esordisce Marco -perché a volte noi pecchiamo di presunzione e fatichiamo ad accettare l'idea di aver bisogno di auto. Non è facile per chi è a capo di un'impresa riuscire a farsi da parte quando è corretto farlo e questo spesso non facilita la collaborazione con i manager". "Per me è stato più facile - aggiunge Silvia - perché ho sempre riconosciuto a Marco le sue capacità imprenditoriali, una consapevolezza che mi ha aiutata a far crescere un rapporto fatto di reciproca stima e rispetto. Ogni giorno trascorso a lavorare assieme è stato per me un momento di crescita, persino quelli più difficili".
Affrontare il tema del bene comune in azienda significa anche accettare il fatto che è possibile raggiungere un "risultato positivo comune" a patto di aver posto in essere un "processo comune positivo" e sicuramente entrambi hanno molto da raccontarmi a proposito. "Sono d'accordo - riprende Marco - perché tutto passa dalla capacità di attivare con i manager una relazione autentica grazie alla quale trasformare la visione strategica di un imprenditore in cultura aziendale, nella quale i valori cardine diventino un modo di lavorare che faciliti le decisioni e generi responsabilità. Con Silvia abbiamo fatto tante scelte basate su questi presupposti e i risultati non si sono fatti attendere".
"E' un lavoro quotidiano - riprende Silvia - perché all'inizio le differenze nella gestione possono essere molte ma nel nostro rapporto professionale ha sempre avuto il sopravvento il desiderio di far crescere un progetto comune, condividendolo passo dopo passo, nel rispetto dei reciproci ruoli. Quando si è al vertice di un'azienda la capacità di valorizzare ciò che unisce credo sia il primo modo per generare valore". Marco sembra quasi sorridere mentre ascolta queste ultime parole e intuisco che ha altro da aggiungere: "Come imprenditore ho sempre cercato di dare vita ad un'azienda che andasse oltre il semplice profitto, il cui risultato ultimo fosse visibile anche nello sguardo di chi vi lavora. Da allora a oggi abbiamo fatto tanti passi e altri ne dovremo fare, il lavoro fatto con Silvia però mi ha confermato che quando l'obiettivo è comune, e si può camminare assieme, anche la fatica ha un significato diverso".
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