martedì 24 maggio 2011
Ieri: «Spagna, crollo socialista» ("Repubblica", p. 1), «Gli spagnoli chiudono l'era Zapatero» ("Corsera", p. 12-13), «Ha vinto il popolo» ("Stampa", p. 1). Potrei continuare. Dov'è dunque finito "il sogno Zapatero"? Da noi " "Unità", "Repubblica", "Manifesto" ecc., e se ci fosse stato ovviamente anche "Il Fatto": non c'era ancora, ma c'erano, entusiasti, i suoi corifei come il Flores " straripò ovunque la lettura tutta "giacobina": finalmente l'interprete dell'anima radicalmente laica della Spagna, ora davvero liberata! A parte la realtà più complessa dello stesso Zapatero, a nessuno ora viene in mente che insieme con tanti altri fattori economici e sociali " imperversanti anche da noi nella crisi comune " quel rifiuto della religione fatto programma e sbandierato in faccia a tanti cittadini abbia avuto oggi il suo peso? Nessuna lezione per tanti "zapaterini" nostrani? Eppure gli Zagrebelsky omaggiatissimi ovunque affermano che (quasi) tutti i mali d'Italia vengono dalla Chiesa, e con lui, prima di lui, più di lui una colonia di teste lucide bipartisan quotidianamente in pagina e in onda Tv e radio, offre a tutti la stessa ricetta ammonitrice e superba. Ogni giorno blog, commenti, satire e anche libri ci sommergono compiangendo «gli italiani sotto la Chiesa». Sotto! Possibile che da noi non ci si voglia rendere conto che questo laicismo maniacale ed ossessivo " ben altro da una vera laicità proprio ieri ottimamente disegnata sul "Corsera" (p. 33) da Dario Antiseri " è la migliore arma lasciata a chi così barando può vantarsi difensore unico di valori che nessuna coscienza cristiana può sottomettere a calcoli di interessi politici? È realtà tutta nostra.
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