giovedì 15 settembre 2022
Negli ultimi giorni i social hanno ospitato i commenti indignati (eufemismo) degli appassionati di pallavolo e pallacanestro (per brevità: volley e basket) dopo la scelta dei quotidiani sportivi, "Gazzetta dello sport" in testa, di relegare il trionfo della Nazionale di volley al Mondiali negli angoli più sperduti della sua generosa foliazione. In prima pagina, poi, il 12/9 i ragazzi di Fefè De Giorgi finiscono in un inquadrato alto, mentre a tutta pagina vanno i formidabili battibecchi attorno a Juventus-Salernitana. Sarà questione di marketing: tra i lettori, sembra di capire, i calciofili soverchiano i fan del volley. In effetti, il calcio in Italia è lo sport più praticato (34%), seguito da nuoto e ciclismo; volley e basket seguono con il 14% e 13%. Quindi si accomodino in coda. Ma è normale che un Mondiale vinto dopo 24 anni compaia solo a pagine 46? La "Gazza" potrebbe rimediare martedì 13/9 e in effetti il volley appare a pagina 36. In prima? Finestrella di piede. Il basket, vincitore con un'impresa storica sulla mostruosa Serbia, in prima non c'è mai.
Il 13/9 comunque un po' tutti recuperano, con un'impennata di fantasia: "Corriere della sera", "Stampa" e "Gazzetta", intervistano tutti Simone Giannelli, proclamato miglior giocatore del torneo (ossia del mondo); il "Giornale" intervista Yuri Romanò, schiacciatore formidabile che fino a ieri non era neanche titolare nel suo club. Eppure qualche domanda dovremmo farcela, noi cronisti. Com'è che l'Italia, formidabile in sport individuali come nuoto, ma anche sprint e salto in alto, eccelle pure negli sport di squadra di palestra, quelli sottopagati e relegati nelle sentine dei quotidiani sportivi? Sulla "Repubblica" (13/9) se lo domanda Gabriele Romagnoli. Il titolo allude ai due allenatori: «La regola di Poz e Fefè, nessuno si salva da solo». Due coach se non opposti, quasi: «Tsunami e fiume». «Il Poz - scrive un Romagnoli in splendida forma - è, più che caldo, sulfureo. Vive perennemente sulla corda (…). Fefè non è freddo, ma tiepido sì (…). Il Poz strepita, Fefè spiega». Infine, la nota più rimarchevole: «Le loro squadre valgono più della somma dei talenti dei singoli che le compongono. È la costruzione del gruppo l'effetto in cui eccellono». Un Poz e un Fefè anche in politica cercansi disperatamente.
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