Il turismo rurale salva i campi
sabato 7 agosto 2010
L'agriturismo in Italia vale ormai miliardi di euro e tiene nonostante la crisi. È certamente una notizia importante per un comparto che mantiene in piedi una parte significativa delle imprese agricole dello Stivale, e che deve in qualche modo controbilanciare altri preoccupanti segni di fragilità dei bilanci agricoli italiani. A partire dal livello di produttività del lavoro che certamente non è fra i più alti anche se, su base decennale, sta crescendo.
Partiamo dai numeri positivi. Secondo la Coldiretti, che usa dati Unioncamere-Isnart per l'Osservatorio Nazionale Turismo, il turismo "ecologico" in Italia raggiunge la bella cifra di oltre 10 miliardi con un progressivo aumento del fatturato e delle presenze. Non tutto è ovviamente agriturismo, ma le imprese agricole impegnate nella cosiddetta ospitalità rurale fanno certamente la loro figura. Non per nulla, fra le strutture scelte, gli agriturismi coprono il 20% del totale. Ciò che conta di più, però, è la capacità di reazione di fronte a un mercato come quello turistico, anch'esso alle prese con gli effetti della crisi. Da questo punto di vista, c'è chi, come Turismo Verde, l'associazione per l'agriturismo della Cia-Confederazione italiana agricoltori, ha già sciorinato previsioni a tinte fosche facendo balenare all'orizzonte il rischio di un bilancio negativo come quello del 2009, con un calo di presenze superiore al 6%. In questo modo " è già stato fatto notare " anche l'attività agrituristica si allineerebbe con il resto dell'agricoltura con la registrazione di crescenti e continue difficoltà. Che, tuttavia, non devono nascondere una tendenza di fondo: negli ultimi dieci anni la produttività del lavoro del settore è cresciuta.
Stando a Confagricoltura, infatti, dal Duemila ad oggi la produttività del lavoro è diminuita in tutti i settori economici tranne che in agricoltura (+0,7% in media annua) e negli ultimi trent'anni, lo stesso indice è salito di quasi quattro volte di più rispetto a quello relativo all'intera economia (+4,5% in media ogni anno rispetto a +1,2%). Anche questi ultimi sono numeri positivi che devono far guardare all'evoluzione del settore con fiducia. Pur tenendo conto di altri dati non certo orientati nella stessa direzione. Nel 2009, per esempio, la tendenza si è invertita e la produttività del lavoro agricolo è diminuita dell'1,3%. Soprattutto però, è necessario tenere conto che in valore assoluto la produttività del lavoro agricolo vale circa 22mila euro per unità di lavoro a fronte dei 44,4 mila della media del totale dell'economia. Detto in altre parole, la produttività del lavoro in agricoltura è pari a meno della metà di quella degli altri settori. La strada da fare per allineare l'agricoltura agli altri comparti economici è quindi ancora lunga e tortuosa. E per ora il risultato finale è semplice: le imprese agricole si trovano in una situazione critica con redditi stagnanti, ricavi insoddisfacenti e costi sostenuti. Con buona pace dell'agriturismo e dei suoi successi.
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