sabato 30 dicembre 2006
Il tempo viaggia con diversa andatura a seconda delle persone. Con alcuni il tempo procede al passo, con altri va al trotto, con altri ancora al galoppo. Ma con alcuni se ne sta del tutto immobile senza muovere un passo. In inglese s'intitola As you like it, «Come vi piace», ed è una delle opere di quel grande di tutti i tempi che è Shakespeare (che la compose pare attorno al 1599-1600). Ricordo gli anni in cui la televisione di Stato trasmetteva in prima serata il teatro e risento il fascino che aveva quel sipario aperto nelle nostre case. Vorrei idealmente ricreare quella scena riproponendo una battuta di Rosalinda, un personaggio del dramma shakespeariano. L'ho scelta sulla base della data odierna: il 2006 sta ormai esalando i suoi ultimi respiri e, quindi, la riflessione punta verso un tema ovvio, il tempo, che lo stesso poeta inglese in un'altra sua opera definisce come «un vorace cormorano». Certo, divora tutto ma lo fa con ritmi differenti. Essi non sono in sé oggettivi, perché il tempo cronologico è uguale per tutti; si tratta, invece, di scansioni soggettive. Ci sono persone che vedono fuggire il loro tempo senza poterlo occupare veramente e c'è chi sta davanti a una giornata che non passa mai, quasi fosse eterna. Sì, vivere il tempo è la cosa più impegnativa e difficile. Non basta riempirlo di atti e neppure sognarlo come una sorta di riposo permanente. Il tempo è mutevole e variegato, dev'essere ininterrottamente vagliato e impiegato, ora con la meditazione ora con le opere. Vivere il tempo è un'arte, un esercizio, un dovere.
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