martedì 9 maggio 2017
Contraddizioni? Domenica 7/5: Agenzia cattolicissima. Il Papa ai nuovi preti: «Sia nutrimento al Popolo di Dio la vostra dottrina, semplice, come parlava il Signore, arrivava al cuore... sia gioia e sostegno ai fedeli il profumo della vostra vita... La doppia vita è una malattia brutta, nella Chiesa... Una, due, tre lauree... se non si porta la Croce di Cristo, non serve... Vi chiedo in nome di Cristo e della Chiesa di essere misericordiosi sempre, di non caricare sulla spalle dei fedeli pesi che non possono portare, e neppure voi... Andate a trovare gli ammalati... non tralasciate di toccare la carne di Cristo... Siate gioiosi... Con la gioia del servizio di Cristo che non è venuto per essere servito, ma per servire... non siate “signori”, non “chierici di stato”, ma pastori del Popolo di Dio». Per lui il prete è servizio, umiltà, misericordia, semplicità, rifiuto del «rigidismo dottrinario»: piedi in terra, testa in cielo, cuore ovunque... Ce lo ha ricordato anche parlando di don Mazzolari e di don Milani: semplicità, umiltà, austerità nel servizio, gioia contagiosa... Bello! Ebbene, stessa domenica, stessa agenzia, lì sotto, ecco una «riflessione di un parroco»: «Il presbitero della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica». Inizio: «Chi sa e conosce chi è il presbitero con assoluta perfezione: è uno solo, Satana!». Poi una cascata di enfasi magnificanti: «...dell'umanità il presbitero è luce, verità, saggezza, grazia, santità, giustizia... Il solo che conosce la via che conduce all'eternità beata... il solo che difende la verità dell'uomo... che fa scendere il cielo sulla terra...». Che dire? Due prospettive. La prima ti pare evangelica e attuale. Nella seconda torna in mente chi, prima del Concilio, affermava che solo il prete è il vero “superuomo”, e sorridendo ricordi un confratello che, fischietto in mano, ammoniva: «Quando fischio io, fischia Dio!».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI